Campania

Siani: fratello Paolo, era convinto fare solo proprio dovere

Redazione Ansa

(ANSA) - NAPOLI, 23 SET - "Quando chiedevo a Giancarlo se avesse paura nel denunciare il malaffare camorristico, lui restava tranquillo e mi diceva: 'Io scopro le notizie e le racconto, faccio solo il mio dovere di comunicare la verità ai lettori'". E' il ricordo che Paolo Siani ha tracciato, a "Voci del mattino" (Radio1 Rai) del fratello Giancarlo, Giancarlo, il giornalista de Il Mattino ucciso dalla camorra il 23 settembre 1985.
    "Giancarlo - ha detto Paolo - era un ragazzo semplice, come tanti, che amava la vita, il calcio e ovviamente il giornalismo.
    In realtà è morto senza nemmeno esserlo, giornalista, era un abusivo, oggi si direbbe un precario; si sbatteva tutto il giorno a Torre Annunziata, cercando notizie per poter diventare un giornalista vero. Il tutto per poche lire. Ma non ricordo una sua particolare agitazione per il lavoro che svolgeva. Viveva nella convinzione, come è giusto che sia, di fare soltanto il proprio lavoro, il proprio dovere: raccogliere notizie, verificarle e pubblicarle. Sono certo - ha aggiunto Paolo Siani - che nemmeno a "Il Mattino" avessero compreso i rischi a cui andava incontro Giancarlo. Si è trattato davvero di un caso unico, drammatico, lui stesso non aveva ricevuto minacce.
    L'esempio di Giancarlo - ha concluso - insegna a fare bene il proprio lavoro. Voglio dirlo ai ragazzi che mi chiedono di lui: svolgete sempre il vostro compito, prima nella scuola, poi nella vita, e a quel punto la società cambierà, Napoli cambierà". (ANSA).
   

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