La Procura di Napoli ha iscritto nel registro degli indagati, con l'accusa di omicidio volontario, il carabiniere di 23 anni che la notte tra sabato e domenica a Napoli, ha sparato contro un 15enne armato di una pistola (risultata una replica di quelle vere priva del tappo rosso) con la quale stava tentando di rapinargli l'orologio. Il 15enne, colpito due volte dall'arma del militare, è deceduto per le gravi ferite riportate.
Poi c'è quella che mira a fare luce sui comportamenti del carabiniere, coordinata dal procuratore Giovanni Melillo, con il pm Simone De Roxas e l'aggiunto Rosa Volpe, che riguarda invece l'uccisione del 15enne, la successiva devastazione del Pronto Soccorso dell'Ospedale Vecchio Pellegrini, a opera di un folto gruppo di facinorosi, e gli spari, quattro, contro la caserma Pastrengo, sede del comando provinciale dei carabinieri di Napoli, avvenuti alle 4 del mattino di domenica. In merito al blitz nel Pronto Soccorso, gli inquirenti indagano ipotizzando il reato di devastazione. Sarebbero disponibili immagini riprese da alcune telecamere in cui si nota il gruppo entrare nella struttura ospedaliera che si trova nel cuore di Napoli. Mancherebbero invece quelle della devastazione, in quanto nei locali del pronto soccorso non sarebbe stato ancora installato il sistema di videosorveglianza. Gli investigatori, comunque, ascolteranno le persone che erano presenti (medici, infermieri, pazienti e familiari) per cercare di ricostruire l'accaduto. Per l'attentato alla caserma Pastrengo, invece, il fascicolo è stato aperto ipotizzando i reati di spari in luogo pubblico, e di porto e detenzione di arma da fuoco. In azione sarebbero entrate un paio di persone in sella a uno scooter che giunte davanti alla caserma hanno sparato quattro volte contro l'edificio. Sono state riprese dalle telecamere ma indossavano il casco.