(ANSA) - TORINO, 14 GEN - Riconosciuta come "perseguitata
razziale", dal 2007 al 2018, quando è morta, ha ricevuto
l'assegno vitalizio di benemerenza che si rilascia ai cittadini
italiani vittime di persecuzioni. Ora, però, i famigliari
rischiano di dover restituire quel vitalizio, 80 mila euro.
Ieri la corte dei conti di Torino, competente per questo tipo
di controversie, ha sospeso il provvedimento che dava ragione
allo Stato e che la famiglia della donna aveva impugnato in
attesa di ulteriori riscontri. "Lo Stato chiede a mio padre
Alberto, che ha quasi 99 anni, la restituzione di quella somma",
spiega Ariel Finzi sulle pagine locali del quotidiano la
Repubblica.
Alla donna è stato contestato che, essendo nata e cresciuta
in Libia, non aveva in quel momento la piena cittadinanza
italiana. E da questo, secondo gli uffici ministeriali, derivava
l'insussistenza del diritto al vitalizio. Un'altra
discriminazione per i famigliari della donna deceduta. (ANSA).
Beffa per perseguitata ebrea, Stato chiede indietro sussidio
Familiari rischiano di dover restituire 80 mila euro
