(ANSA) - NAPOLI, 29 GIU - "Mi hanno ucciso di mazzate, dal
primo piano al seminterrato sono sceso con calci, pugni e
manganellate. I poliziotti penitenziari hanno commesso un grande
errore, non è così che si danno i segnali" .
Il detenuto, che non vuole rivelare il nome, è tra i pochi
dei quasi 300 malmenati ad avere presentato denuncia; lui ebbe
infatti la fortuna di uscire dal carcere il 10 aprile e di
andare ai domiciliari in una località del Casertano, dove i
carabinieri lo ascoltarono.
"Dopo gli arresti di ieri - prosegue - sono sollevato, li
aspettavo da tempo. Ma ad oltre un anno di distanza ho ancora
paura. Negli occhi ho ancora quei momenti terribili, mai vissuti
in carcere e con nessun poliziotto della Penitenziaria, con i
quali ho sempre avuto buoni rapporti. Ma quel 6 aprile fu una
cosa assurda, mai vista. Ci hanno pestato per ore, facendoci
spogliare, inginocchiare, qualcuno si è fatto la pipì addosso, a
qualcun altro tagliarono barba e capelli. Il giorno dopo ci
hanno fatto stare in piedi non so per quanto tempo vicino alle
brande, come fossimo militari. Non potevo non denunciare, ma
altri compagni impauriti non lo hanno fatto. Vorrei dimenticare,
spero che il processo arrivi presto", conclude. (ANSA).
Violenze in carcere: detenuto pestato, ho ancora paura
"Con agenti sempre buoni rapporti, hanno fatto un grande errore"