(ANSA) - CASERTA, 30 LUG - "Probabilmente mio fratello, da
prete, avrebbe perdonato, ma io non sono un prete e non perdono
un assassino come Nunzio De Falco. Doveva morire da solo in
cella, come accadde a mio fratello".
"Non ce l'aspettavamo - dice Emilio Diana - anche perchè
ritengo sarebbe stato più giusto che un assassino come De Falco
morisse in carcere. Ed invece potrà morire con accanto l'affetto
dei suoi familiari, cosa che mio fratello non ha avuto. E'
questa la cosa che mi fa star più male" conclude Emilio Diana.
De Falco stava scontando la pena al carcere di massima sicurezza
di Sassari; secondo quanto emerso dai processi, fu De Falco a
ordinare al killer Peppe Quadrano di uccidere don Diana, che
dava fastidio ma soprattutto aveva osato sfidare apertamente il
potere dei boss in un periodo, erano gli anni '90, in cui
nessuno lo faceva. De Falco fu catturato in Spagna nel novembre
1997 e poi estradato; secondo la magistratura fu sempre lui a
ordinare l'omicidio, avvenuto nel 1991 a Cascais (Portogallo),
di Mario Iovine, braccio destro del fondatore e capo dei
Casalesi Antonio Bardellino. (ANSA).
Don Diana:il fratello,lui avrebbe perdonato assassino, io no
Il dolore dei familiari dopo la scarcerazione di De Falco