Campania

Teatro: al Ridotto del Mercadante 'Cuò-re. Sostantivo Maschile'

Con Daniela Giovanetti e Alvia Reale, drammaturgia di Di Maso

Redazione Ansa

(ANSA) - NAPOLI, 07 MAG - Due attrici protagoniste con la loro vita fonte di ispirazione per la storia di 'Cuò-re.
    Sostantivo Maschile" in scena nel Teatro Ridotto del Mercadante di Napoli da mercoledì 11 a domenica 15 maggio. Uno spettacolo con Daniela Giovanetti e Alvia Reale (produzione Gruppo della Creta). Ad Angela Di Maso, drammaturga, il compito di trasformare le loro storie in una prosa poetica allo stesso tempo dura ma anche ironica, divertente. "Insomma, uno spettacolo di sentimenti" come afferma Di Maso.
    La regia è curata dalla stessa attrice Alvia Reale: "La costruzione scenica è nata in maniera molto spontanea, molto naturale nel momento in cui abbiamo cominciato a dare voce e corpo alla drammaturgia, anche se alcune immagini erano già presenti nella mia mente come la scena del letto fatto di centrini ricamati o degli animali che vedevo aggirarsi come ombre percependo il loro doloroso ringhiare. E ancora il ballo.
    Tutte da bambine abbiamo sognato di diventare ballerine piene di grazia, leggerezza, muoverci per spiccare il volo. Io ho sempre amato la danza e Daniela, anche ballerina professionista, mi ha dato la possibilità di coreografare alcuni suoi momenti in passi poetici".
    "Doveva arrivare un Cuò-re prima o poi" afferma l'attrice Daniela Giovanetti che aggiunge: "Questo spettacolo per me è un po' come una resa dei conti; è un incontro importante con Alvia e con Angela. Ed è un incontro profondo e delicato con me stessa". "La drammaturgia di Cuò-re. Sostantivo Maschile - racconta Di Maso - nasce dalla stima e dall'affetto di tre amiche che volevano da tempo fare uno spettacolo insieme che fosse non preconfezionato ma autentico, onesto, sincero. Vero. E cosa c'è di più vero se non parlare di sé senza timori né tremori? Così durante il periodo del primo lock down ci davamo appuntamento online e Alvia e Daniela, pronte a rispondere ad ogni domanda che avevo preparato in virtù della tessitura drammaturgica, come in un flusso di coscienza hanno cominciato a raccontare. Anche l'irraccontabile. Cose che spesso credevano di avere dimenticato e che invece si erano solo nascoste aspettando di rivedere le stelle. Per essere guarite. Per guarire. Le loro storie sono le storie di tutti noi". (ANSA).
   

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