(ANSA) - CASERTA, 21 DIC - "Dopo 26 anni arriva finalmente
l'acqua corrente nel carcere di Santa Maria Capua Vetere". Poche
e semplici parole ma cariche di significato quelle pronunciate
dal direttore del carcere Donatella Rotundo, nella giornata che
segna un momento "storico" per l'istituto di pena casertano noto
alle cronache per la pagina nera delle violenze ai danni di
detenuti commesse dai poliziotti penitenziari il 6 aprile 2020,
con il processo partito a novembre nell'aula bunker annessa al
carcere.
"Oggi cancelliamo una macchia" dice il sindaco di Santa Maria
Capua Vetere Antonio Mirra, che nel 2018, come Comune, ebbe il
finanziamento da due milioni di euro attraverso la Regione;
soldi che, ricorda Stefano Graziano, deputato casertano Pd tra
gli artefici della soluzione al problema idrico, "furono
previsti nella Finanziaria 2016, poi dopo vari passaggi
burocratici durati un paio d'anni, la Regione li messi a
disposizione del Comune".
I lavori di allaccio sono stati rallentati dalla pandemia, ma
sono finalmente terminati; il Comune li ha realizzati fino a
poco dopo l'ingresso del carcere, l'amministrazione
penitenziaria ha portato l'acqua nei rubinetti. Presente
all'apertura simbolica della chiave dell'acqua anche il
Vice-capo del Dap (Dipartimento Amministrazione Penitenziaria)
Carmelo Cantone, all'ultimo giorno di servizio, visto che
arriveranno i nuovi vertici indicati dal governo Meloni.
"Ricordo le varie tappe del problema idrico, le forti polemiche
di qualche anno fa, ma con la sinergia istituzionale abbiamo
risolto anche questo. Come dissi nel luglio 2021 quando fui qui
con il premier Draghi e il ministro Cartabia dopo l'emersione
dell'indagine sulle violenze, l'amministrazione penitenziaria
deve ripartire da Santa Maria Capua Vetere". (ANSA).
In carcere Santa Maria capua Vetere ora c'è l'acqua corrente
"Macchia cancellata". Istituto aperto nel 1996 senza allaccio