Campania

Allarme dal Salernitano, aumentano casi tubercolosi bovina

Coltivatori, casi legati ad aumento cinghiali, cervi e caprioli

Redazione Ansa

(ANSA) - NAPOLI, 13 LUG - Preoccupa gli allevatori e il presidente dell'Associazione Italiana Coltivatori di Salerno, Donato Scaglione, l'aumento "sempre più in crescita nel Salernitano dei casi di tubercolosi bovina tra gli animali".
    "Nonostante l'attenzione della Regione al settore agricolo e al comparto bufalino - spiega Scaglione - siamo preoccupati dalle crescenti segnalazioni che ci arrivano dai nostri tecnici e che evidenziano come, negli ultimi tempi, si stia registrando un significativo aumento dei casi di tubercolosi bovina nelle aree collinari e montane dell'Alta Valle del Sele, dei Monti Picentini e del Cilento interno. I dati epidemiologici del periodo gennaio-giugno 2023 - scrive Scaglione in una lettera inviata alla Regione Campania - confermano che tale problematica interessi quasi tutti gli allevamenti, registrando 30 focolai nel territorio salernitano, su 32 focolai in corso in tutta la regione Campania e contro i 70 attivi in tutta Italia. Rispetto all'analisi di tali dati - sottolinea il presidente AIC Salerno - esiste un fondato sospetto che tali casi siano legati anche all'aumento della fauna selvatica quali cinghiali, cervi e caprioli".
    AIC Salerno ha scritto una missiva inviata nelle scorse ore alla Regione Campania, con richiesta urgente di intervento sulla questione relativa alla diffusione dell'epidemia tra i bovini.
    Missiva indirizzata dal presidente dell'associazione, Scaglione all'assessore all'agricoltura della Regione Campania, Nicola Caputo, al presidente della Commissione Bilancio della Regione Campania, Franco Picarone, al presidente della Commissione Aree Interne della Regione Campania, Michele Cammarano, e al presidente della Commissione Agricoltura della Regione Campania, Maurizio Petrarca. "Sollecitiamo la Regione - chiede Scaglione nella missiva- la Regione Campania ad avviare una collaborazione con le strutture sanitarie veterinarie preposte ad approfondire la tematica e a mettere in campo anche le opportune risorse economiche per alleviare i disagi che tale situazione sta comportando per il comparto". Infine, le richieste avanzate dal presidente AIC Salerno, Donato Scaglione, alla Regione Campania e riportate nella missiva: Convenzionare gli stabilimenti del comparto caseario per la lavorazione del latte proveniente da allevamenti riconosciuti quali infetti e garantendo ai produttori colpiti un prezzo comunque remunerativo; Avvicinare gli allevamenti marginali alla cultura della prevenzione del rischio; Intervenire su MASAF ed AGEA per estendere i benefici economici a ristoro degli eventi catastrofici coperti da AGRICAT anche alle epizoozie nonché sollecitare i rimborsi delle coperture assicurative che qualche allevatore più previgente ha stipulato negli scorsi anni con snellimento delle attuali farraginose procedure burocratiche; e attivare un riconoscimento da parte di AGEA dello stato di circostanza eccezionale per epizoozia al fine di evitare la perdita dei premi comunitari richiesti in domanda di pagamento UNICA e PSR, indennità compensativa correlata alla mancata pratica di pascolamento per blocco delle movimentazioni". "Le perdite connesse a tale problematiche- conclude Scaglione nella missiva- comporterebbero per tutta la filiera, gravi danni economici sui redditi già esigui degli allevatori direttamente e indirettamente coinvolti". Richieste queste dell'AIC che portano la firma di Scaglione che è anche vicepresidente nazionale dell'associazione e del referente regionale CAA AIC, Giuseppe Freda, associate al grido d'allarme di allevatori ed esperti e che impongono alla Regione Campania un intervento immediato".(ANSA).
   

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