Campania

Travaglio a Giffoni, serve vocazione per essere un giornalista

E parlare chiaro per farsi capire, specie con i giovani

Redazione Ansa

(ANSA) - GIFFONI, 22 LUG - Tra cronaca e storia, attualità e politica, Marco Travaglio, direttore del Fatto Quotidiano, incontra i giovani di Giffoni spiegando la sua visione del gionalismo. "Credo sia giusto che in occasione di elezioni un giornale prenda posizione e dica cosa pensa sia meglio per il Paese, io preferisco farlo sui temi e non sugli schieramenti.
    Non vuol dire però difendere sempre qualcuno o qualcosa. Bisogna avere sempre uno spirito critico particolare".
    Sul palco, insieme al fondatore del Giffoni Film Festival Claudio Gubitosi e a Travaglio sono saliti il sociologo Domenico De Masi, direttore, e Cinzia Monteverdi fondatore e amministratore delegato della scuola del Fatto. A loro il premio dei giovani di #Impact. "I giovani non sono tutti come quelli che vediamo qui però il fatto che ce ne siano così tanti fa ben sperare - ha evidenziato Travaglio - non mi sentirei di sconsigliare di fare il giornalista se si ha la giusta vocazione". Sulla libertà di stampa e sul perché un giovane dovrebbe scegliere la carriera giornalistica, il direttore del Fatto Quotidiano è chiaro: "Siamo a zero quindi non possiamo che migliorare perché peggiorare è difficile. Bisogna avere passione per fare il giornalista: è una gavetta lunga e difficile ed è un mestiere abbastanza faticoso, senza orari, fatto bene implica anche rinunce. Deve nascere da una vocazione molto forte. I giovani sono tanti e possono essere come quelli incontrati qui: informati, qualificati. Cosa può fare un giornalista per i giovani? Può parlare chiaro, provando a farsi capire. Già le cose che raccontiamo sono terribili se poi lo facciamo con un linguaggio involuto, ricercato e criptico nessuno ascolterà".
    (ANSA).
   

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