Campania

Arca, 'sogno di interpretare un personaggio storico'

A Giffoni l'attore incontra i giovani: "Sempre incredibile"

Redazione Ansa

(dell'inviata Cinzia Conti) (ANSA) - GIFFONI VALLE PIANA, 25 LUG - Ha dato volto al rude e muscoloso meccanico Antonio in Allacciate le cinture accanto a Kasia Smutniak diretto da Ferzan Özpetek. È stato il brillante ma tormentato vicequestore Alessandro Scudieri in Resta con me, la serie nata da un'idea di Maurizio de Giovanni. E tanti altri ruoli in film e fiction dai toni drammatici o di commedia, anche una parte nel film di James Bond Spectre, diretto da Sam Mendes.
    Ma qual è il personaggio che sogna che un regista gli chieda di interpretare? Francesco Arca non ha dubbi: "Un personaggio storico - dice - mi piacerebbe davvero tanto, non so bene quale, anche con i costumi d'epoca".
    Arrivato a Giffoni per la seconda volta nella sua carriera, l'attore senese, classe 1979, dice: "La prima volta è stata meravigliosa ed inaspettata, ma anche oggi sono felicissimo ed emozionato e accetto sempre di buon grado di venire. È una ricarica eccezionale di energia umana che ti danno in maniera gratuita". Sui suoi progetti racconta: "Ho appena finito una commedia romantica girata tra Roma e Napoli che uscirà tra nel 2024. Si chiama Hotspot - Amore Senza Rete con Denise Tantucci.
    Poi dovremmo ricominciare le riprese di Resta con me, ma non c'è niente di preciso, sarà tutto il prossimo anno. Intanto sono pronto a partire a ottobre per la Spagna per un piccolo progetto che farò là".
    Per quanto riguarda la sua preferenza per i ruoli più drammatici o più leggeri, spiega: "Non si può sempre puntare a uno o all'altro. Facendo la premessa che tutti i ruoli sono difficili, penso che ci siano ruoli che ti coinvolgono molto dal punto di vista anche emotivo. È il caso ad esempio di Resta con me. Dopo 7-8 mesi della fiction, andata in onda su Rai1, io penso che una persona abbia umanamente bisogno o di fermarsi o di passare totalmente a un'altra cosa. È comunque una ricarica, non si può solo dare e dare, perché alla fine diventa tutto un po' omogeneizzato e standardizzato e ci si riduce a fare lo stesso personaggio con qualche sfumatura diversa". (ANSA).
   

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