Campania

Lavoro: addetti Softlab senza stipendio, presidio a Roma

Sono ex addetti multinazionale Jabil. Sindacati: Mimit si muova

Redazione Ansa

(ANSA) - CASERTA, 27 LUG - I lavoratori delle sedi di Caserta e Maddaloni della Softlab, azienda di informatica presente in tutta Italia, hanno manifestato con un presidio a Roma all'esterno del Ministero delle Imprese e del Made in Italy per i ritardi nello stipendio; i circa 250 dipendenti aspettano il salario di giugno mentre quello di luglio dovrebbe maturare in questi giorni.
    La scelta di protestare è dovuta alla circostanza che anche l'anno scorso, più o meno in questo periodo, i dipendenti non avevano ricevuto alcuni stipendi, tanto da scendere più volte in strada; i ritardi si aggiungono alle scarse prospettive produttive dell'azienda, almeno per le sedi casertane, che preoccupa i sindacati dei metalmeccanici, la Fiom-Cgil, la Fim-Cisl e la Uilm, che hanno dunque indetto la nuova mobilitazione di oggi. Anche perché i 250 addetti della Softlab nelle sedi di Caserta e Maddaloni sono frutto di una reindustrializzazione, ovvero sono tutti ex dipendenti della Jabil, multinazionale americana con stabilimento a Marcianise (Caserta), con oltre 300 lavoratori fuoriusciti e riassunti, a spese della stessa Jabil, da altre aziende, come appunto Softlab, che si erano impegnate a garantire un futuro occupazionale agli ex Jabil e produttivo per il territorio casertano. Appena nel marzo scorso l'azienda ottenne un prestito pubblico di 12 milioni di euro previsto per le aziende in crisi.
    "Per quei fondi - spiega il segretario di Fiom-Cgil di Caserta Francesco Percuoco - c'era l'impegno dell'azienda a mettere a posto la situazione, dovevano dunque servire per pagare i salari arretrati e per gli investimenti che Softlab aveva rimandato appunto per la difficile situazione economico-finanziaria.
    Eppure a distanza di qualche mese, dobbiamo concludere che gli investimenti non sono stati fatti e ci troviamo con il solito problema degli stipendi arretrati. Al funzionario del Mimit Gianpiero Castano abbiamo chiesto di convocare una riunione con l'azienda perché, dopo tante chiacchiere, è arrivato il momento di capire le reali intenzioni dell'imprenditore". (ANSA).
   

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