Campania

Venere degli stracci, una petizione per il clochard indagato

Appello dei volontari: "Ha bisogno di cure non del carcere"

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 02 AGO - "Simone Isaia, il clochard accusato di aver dato alle fiamme l'installazione 'Venere degli stracci', in piazza Municipio a Napoli, ha bisogno di essere curato, non del carcere. Le istituzioni si prendano cura di Simone". A lanciare l'appello e anche una petizione è la casa di accoglienza dell'Associazione Liberi di volare della Pastorale carceraria della Chiesa di Napoli, gestita da don Franco Esposito, che, in una nota, si dice "disponibile a ospitare Simone Isaia per consentirgli di essere curato e riprendere in mano la sua vita, secondo le prescrizioni dell'autorità giudiziaria".
    "Simone - sottolineano i volontari della Mensa del Carmine, dove il senza fissa dimora si recava spesso a pranzo - da tempo aveva perso lucidità e riferimenti, finendo a dormire per strada. Simone Isaia ha bisogno di aiuto. Non del carcere, ma di una struttura che lo aiuti a rimettere in piedi la propria vita, perché è una persona affetta "da una tangibilissima neuro-divergenza". "Fino a 4 anni fa - ricordano - Simone Isaia lavorava come garzone in un bar di via Chiaia ed era più che apprezzato dai clienti per i modi cortesi. Poi qualcosa in lui si è rotto, si è perso e nel corso degli anni, le sue condizioni mentali sono peggiorate". "Allora, - concludono i volontari - se è pur vero, come afferma il sindaco Manfredi, che 'Quando si attaccano l'arte e la bellezza, si attacca l'uomo', ebbene, noi affermiamo che la migliore arte e bellezza delle istituzioni pubbliche, e non solo, sia quella di prendersi cura degli uomini straccioni, malati, e abbandonati a un destino senza ritorno".
    (ANSA).
   

Leggi l'articolo completo su ANSA.it