(ANSA) - ROMA, 23 AGO - I tragici eventi di Pompei, sepolta dall'eruzione del Vesuvio nel 79 d. C.
Lo studio interdisciplinare è stato condotto dall'Università di Valencia (Spagna) e da quella di Cambridge (Regno Unito) in collaborazione con il Parco Archeologico di Pompei, e pubblicato sulla rivista Plos One. È stato condotto su sette calchi provenienti dal sito archeologico, che con il gesso hanno restituito un'immagine realistica delle persone che vissero e morirono con l'eruzione, cristallizandone le forme, le loro attività e anche le contrazioni dell'agonia.
In particolare la ricerca è stata fatta su sette resti di uomini e donne di età compresa tra i 20 e i 50 anni: sei fuggitivi dalla zona di Porta Nola e uno dalle Terme Suburbane.
È stata impiegata per la prima volta un'analisi chimica non invasiva mediante fluorescenza a raggi X per determinare la composizione elementare delle ossa e del gesso. In particolare, l'analisi stratigrafica dei fuggitivi di Porta Nola ha rilevato che queste vittime sopravvissero alla prima fase dell'eruzione, la pioggia di lapilli e il crollo delle case, ma morirono ore dopo per una mistura di cenere e gas che ne provocò l'asfissia.
La posizione di alcuni di loro, non in fuga ma distesa sulla schiena, ne sarebbe una ulteriore dimostrazione. Le analisi sono state effettuate comparando i resti ad altre ossa rinvenute nelle necropoli di Porta Nola a Pompei, nel Sepolcreto Ostiense a Roma e a Valencia, per determinare le contaminazioni dovute al gesso dei calchi.
"È stato possibile incrociare tutti i dati in modo da determinare l'effetto del gesso sulla matrice ossea e il grado di inquinamento ad esso dovuto", spiega all'ANSA Valeria Amoretti del Parco Archeologico di Pompei, tra i relatori dello studio.
"È difficile determinare con esattezza la causa di morte delle vittime dell'eruzione tra calore, asfissia ed edifici crollanti - afferma Gabriel Zuchtriegel, direttore del Parco archeologico di Pompei - sappiamo che doveva essere un vero e proprio inferno. D'altronde, se mettiamo le stime del numero di vittime in relazione alla popolazione totale, che solo all'interno delle mura doveva ammontare a circa 20 mila persone, con forse altrettanti che abitavano nelle campagne, possiamo ipotizzare che molti abitanti fossero riusciti a scappare. Il nuovo studio - osserva - è importante perché ci aiuta a comprendere meglio la dinamica precisa nell'ultima fase della catastrofe".
(ANSA).
L'asfissia fu una delle cause di morte a Pompei
Studio anche italiano usa fluorescenza a raggi X