(ANSA) - NAPOLI, 25 AGO - Mille trapianti di rene, mille
storie di speranza e di rinascita. È il traguardo raggiunto dal
Centro Trapianti dell'Azienda Ospedaliera Universitaria Federico
II di Napoli, grazie alla donazione da vivente di una donna
partenopea nei confronti della propria cognata.
Tante le innovazioni in campo tecnologico, con
l'introduzione della perfusione meccanica degli organi per una
loro migliore e prolungata preservazione, e in ambito
chirurgico, con l'avvio del programma di trapianto di rene da
donatore vivente con la tecnica mini-invasiva robotica
finalizzata a garantire maggiore accuratezza operatoria e
sicurezza per i donatori.
Era il 1991 quando fu effettuato il primo trapianto da
donatore vivente dell'Azienda Ospedaliera Universitaria Federico
II, a cui sono succeduti 15 casi fino al 2020. Dal 2021 con
l'implementazione della nuova tecnica robotica sono già stati
realizzati 14 trapianti, l'ultimo in ordine cronologico ha fatto
sì che si raggiungesse quota 1000.
"Il trapianto da donatore vivente è ideale per pazienti in
dialisi o con insufficienza renale cronica ad uno stadio
avanzato, perché garantisce migliori e molto più duraturi
risultati, sia a breve che a lungo termine. Non si deve
dimenticare, infatti, che l'attesa media di un donatore è di
oltre 3 anni", precisa il prof. Troisi.
Secondo Troisi però serve una riflessione sulla situazione
attuale della donazione e trapianto in Campania. "Abbiamo avuto
solo 10.7 donatori per milione di abitanti nel 2022, contro una
media nazionale di 24.7, e un tasso di opposizioni pari al
36.6%, contro una media nazionale di 29.6%. La comunicazione
alla popolazione, soprattutto quella scolastica, sull'importanza
della donazione è davvero prioritaria". (ANSA).
Federico II, raggiunto il traguardo dei 1000 trapianti di rene
Il primo fu eseguito nel 1991, dal 2021 tecnologia robotica