(ANSA) - NAPOLI, 13 SET - Oltre 250 anni di carcere sono
stati invocati dai pm della Direzione Distrettuale Antimafia di
Napoli per 31 persone, tra cui figli e parenti del capoclan dei
Casalesi Francesco Bidognetti noto come Cicciotto 'e Mezzanotte,
nell'ambito del processo con il rito abbreviato alle cosiddette
nuove leve del clan casertano in corso davanti al gup di Napoli
Nicoletta Campanaro. In particolare i sostituti procuratori
Graziella Arlomede, Vincenzo Ranieri, Maurizio Giordano e
Fabrizio Vanorio hanno chiesto 16 anni di reclusione per
Gianluca Bidognetti, figlio di Cicciotto, 4 anni per le altre
due figlie del boss, Katia e Teresa Bidognetti. Stessa pena è
stata chiesta per Emiliana e Francesca Carrino, strette parenti
di Anna Carrino, collaboratrice di giustizia ed ex compagna di
Cicciotto nonché madre di Gianluca, Teresa e Katia. Per la Dda
gli imputati, che rispondono a vario titolo di associazione
camorristica, estorsione, traffico di droga e altri reati,
avrebbero riorganizzato le fazioni del clan storicamente facenti
capo alle famiglie Schiavone e Bidognetti, imponendo il pizzo
agli operatori commerciali, uno dei quali ferito alle gambe da
colpo d'arma da fuoco perché si era rifiutato di pagare,
controllando lo spaccio di stupefacenti attraverso il pagamento
di tangenti da parte dei pusher; i due gruppi si sarebbero anche
incontrati per definire una cassa comune, pur mantenendo la loro
autonomia. Di rilievo per la Dda la figura di Gianluca
Bidognetti, che dal carcere - è detenuto dal 2008 per il tentato
omicidio della zia e della cugina Francesca, anch'essa imputata
- avrebbe controllato il clan utilizzando cellulari illegalmente
introdotti, arrivando a progettare anche un omicidio, mai però
avvenuto. Tra le accuse alla fazione Bidognetti anche quella di
praticare l'usura - vittime imprenditori e cittadini che
avrebbero contratto debiti con tassi d'interesse fino al 240% -
e controllare controllo le agenzie di onoranze funebri dell'agro
aversano - il cosiddetto settore del "caro estinto" - grazie
accordi criminali risalenti agli anni 80, attraverso un
"consorzio di imprese" che è stato sottoposto a sequestro.
(ANSA).
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