Campania

Corteo a Napoli, "due milioni di palestinesi in prigione"

Uno dei promotori, "niente pace senza diritti"

Redazione Ansa

 "Oggi esprimiamo a Napoli l'idea che è necessario difendere il popolo palestinese. Gaza è una vera e propria prigione. Quando si comprimono 2 milioni di persone in prigione non si può dire che si rispettano i diritti umani". Lo afferma Ludovico Chianese, dirigente del centro culturale Handala Ali, tra i promotori del corteo napoletano.
    "C'è una situazione in Palestina - sottolinea Chianese - ormai intollerabile. Non si tratta solo dell'attacco di Hamas, ma di un deterioramento che si protrae da mesi e mesi. Il governo Netanyahu ha come obiettivo il totale controllo della Galilea, del Najev, di quella che loro chiamano Giudea, ovvero la Cisgiordania. Vogliono convincere i palestinesi ad andarsene? Vogliono chiuderli in vere e proprie gabbie come Gaza? Gaza è un quarto del comune di Roma ma ha 2 milioni di abitanti del tutto dipendenti per acqua, energia elettrica e gas da Israele.
    Parliamo di una linea di costa in cui molti sono pescatori, ma non possono andare oltre le 5 miglia marittime". Chianese sottolinea che "non ci sarà pace in Palestina finché non verranno rispettati integralmente i diritti dei palestinesi, a partire dalla risoluzione Onu del 1948. Chiediamo libera circolazione di persone, diritto al ritorno, fine degli insediamenti israeliani in Cisgiordania e pieno riconoscimento di tutti i diritti, questa è la condizione perché ci sia pace in Palestina. E non possiamo ignorare - conclude - che questa ulteriore crisi stia avvenendo in questo momento particolare: è estremamente pericolosa la radicalizzazione dello scontro oggi in Palestina. Il popolo palestinese non è composto da terroristi, sono uomini e donne con gli stessi diritti di ogni essere umano". 
   

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