(ANSA) - NAPOLI, 17 OTT - Sono ricordati per un
contestatissimo matrimonio celebrato nel Maschio Angioino di
Napoli nel marzo 2019 il cantante neomelodico palermitano Tony
Colombo e Tina Rispoli, vedova del boss Gaetano Marino, ucciso
in un agguato scattato il 23 agosto del 2012 mentre sul
lungomare di Terracina. I due sono tra gli arrestati nel blitz
di stamane contro il clan Di Lauro.
Le nozze vennero celebrate in maniera a dir poco pomposa dopo
un fastoso corteo nuziale con tanto di carrozza bianca trainata
da cavalli, che aveva letteralmente bloccato il traffico lungo
corso Secondigliano. L'ingresso degli sposi venne salutato da
uno squillo di trombe suonate anche a cinque ispettori della
Polizia Penitenziaria che vennero identificati - grazie a
numerosi video che circolarono sul web postati dagli invitati -
sospesi e poi licenziati.
Non solo. Il matrimonio tra il cantante e la Rispoli, fu
preceduto da un addio al nubilato in piazza del Plebiscito,
protrattosi fino a tarda ora. E anche su questo evento
scattarono le indagini coordinate dalla Procura. Seguirono
diversi inviti in tv dove Colombo e la Rispoli si scagliarono
duramente contro l'attuale deputato Francesco Emilio Borrelli,
all'epoca consigliere regionale della Campania, che da tempo
denunciava le contaminazioni tra il mondo dei neomelodici e
quello della criminalità organizzata. (ANSA).
"Ora si prosegua nelle indagini e si scavi fino in fondo. Ci aspettiamo, ovviamente se saranno confermate le accuse, condanne durissime": così il deputato dell'alleanza Verdi-Sinistra Francesco Emilio Borrelli commenta il blitz contro il clan Di Lauro. "Sono anni che denunciamo le attività illecite del neomelodico Tony Colombo e di sua moglie ed il loro legame, stretto e storico, con i clan. Per quelle denunce ci siamo beccati attacchi mediatici, insulti, minacce, risate in faccia. La cosa incredibile è che mentre noi denunciavamo le vicende criminali di questi soggetti nello stresso tempo c'era chi ne esaltava le gesta facendo dirette nazionali tv del loro matrimonio fuori dalle regole e li difendeva pubblicamente quando io spiegavo i loro intrecci con esponenti della camorra", ricorda Borrelli.
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