Campania

La droga era la 'cioccolata', i carabinieri stroncano spaccio

Quattro arresti. Intensificazione controlli nell'area domizia

Redazione Ansa

(ANSA) - NAPOLI, 24 OTT - La droga veniva chiamata "cioccolata", "la bianca", "la nera" e gli spacciatori adottavano particolari cautele: così facendo sono riusciti a mettere in piedi un vasto traffico di stupefacenti nelle campagne di Castel Volturno, un giro di cocaina, eroina e crack che i carabinieri del comando provinciale di Caserta ora hanno stroncato.
    Quattro le persone arrestate, in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare del gip di Santa Maria Capua Vetere, su richiesta della procura, al termine di mesi di indagini.
    Un'attività che si inserisce nell'intensificazione dei servizi di controllo del territorio in area domitia con particolare riferimento ai casi di criminalità diffusa, predatoria e allo spaccio di stupefacenti che peraltro nelle ultime ore hanno consentito ai Carabinieri di controllare 70 persone e 44 automezzi, con 16 perquisizioni e un arresto per detenzione ai fini di spaccio.
    L'ordinanza di custodia cautelare riguarda quattro persone gravemente indiziate, a vario titolo, di numerose condotte di detenzione e spaccio di droga. Le indagini si sono svolte in particolare nel periodo gennaio-agosto 2023 ed hanno documentato un vasto giro di spaccio da parte di cittadini extracomunitari nell'area campestre nei pressi del complesso immobiliare denominato "Palazzi Grimaldi", nel Comune di Castel Volturno. Lo smercio della droga cominciava da metà mattina e si concludeva a tarda sera: nel fascicolo dell'inchiesta ci sono intercettazioni telefoniche (i colloqui si svolgevano in un linguaggio criptico, decodificato però dai carabinieri di Mondragone), video, dichiarazioni degli acquirenti della droga (provenienti soprattutto dalla provincia di Caserta e dal basso Lazio), verbali di sequestri e arresti in flagranza avvenuti nel corso dei mesi.
    Alla fine i militari dell'Arma sono riusciti a ricostruire le modalità dello spaccio e a identificare i responsabili: i clienti venivano prima riconosciuti da un 'piantone', poi indirizzati allo spacciatore. Questi, dopo aver preso i soldi (dai 5 ai 40 euro, a seconda dello stupefacente) recuperava le dosi nascoste nella vegetazione e le consegnava. Se qualcuno voleva consumare su posto, c'era anche una bottiglietta d'acqua: offre la ditta. (ANSA).
   

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