Campania

La moglie di Assange, colpita dalla mobilitazione di Napoli

Diritto dire la verità non dovrebbe essere considerato crimine

Redazione Ansa

(ANSA) - NAPOLI, 10 NOV - "E' un grande onore per Julian, per me e per la sua famiglia essere qui a Napoli e ricevere la cittadinanza onoraria per Julian. Napoli è una grande città europea e quindi sono veramente colpita dalla mobilitazione che c'è stata e che ritengo sia fondamentale per la libertà di stampa e per l'ingiustizia che Julian sta subendo". Lo ha detto Stella Moris, moglie di Julian Assange, arrivando al Maschio Angioino di Napoli dove il sindaco, Gaetano Manfredi, le ha consegnato la cittadinanza onoraria conferita al marito detenuto in Inghilterra.
    "Julian sta soffrendo moltissimo per l'ingiusta detenzione che sta subendo - ha aggiunto - è da quattro anni e mezzo in una delle peggiori prigioni d'Inghilterra e rischia di affrontare una pena, una condanna a vita negli Stati Uniti per qualcosa che non dovrebbe essere considerato un crimine: la libertà di stampa e il diritto di dire la verità". "La città di Napoli - ha detto ancora - si è schierata per i valori e per le libertà fondamentali che sono alla base dell'Europa. Nel momento in cui c'è una generale crisi dei valori, delle libertà e dei diritti umani, voi avete fatto la cosa giusta e state sostenendo la cosa giusta".
    "Napoli - ha aggiunto - è una città esempio di virtù, un esempio per tutte le altre città, un esempio di cittadinanza, di mobilitazione ed esempio di coraggio". Moris ha raccontato che fin dal suo arrivo a Napoli, ha ricevuto "solidarietà, sostegno e calore umano da tutti quelli che ho incontrato" ed ha rivolto un particolare ringraziamento al gruppo 'Free Assange Napoli'.
    "Prerequisito per una vera democrazia - ha aggiunto - è avere un vibrante dibattito pubblico e Julian è stato punito per avere informato il pubblico, le persone e anche se è lui ad essere in prigione, lo siete anche tutti voi perché è il vostro diritto a sapere la verità che è stato messo in prigione. Julian - ha proseguito la moglie - è stato usato come deterrente per intimidire i giornalisti e per inibire un libero dibattito". Nel concludere Moris si è rivolta alla sala: "Vi ringrazio tutti e vi chiedo di continuare a lottare fino a quando Julian non sarà libero e allora torneremo tutti insieme coma una famiglia qui a Napoli". (ANSA).
   

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