Campania

Al Nuovo di Napoli Il canto dell'usignolo, omaggio a Shakespeare

G.Mauri, filo unico per cui ogni brano si allaccia al successivo

Redazione Ansa

(ANSA) - NAPOLI, 12 NOV - Glauco Mauri porta in scena, da giovedì 16 novembre alle ore 21.00 (repliche fino a domenica 19), nel Teatro Nuovo di Napoli, 'Il canto dell'usignolo, poesie e teatro di William Shakespeare', omaggio al grande poeta inglese. Presentato da Compagnia Mauri Sturno, 'Il canto dell'usignolo' è una breve favola di Gotthold Ephraim Lessing, in cui un pastore si rivolse ad un usignolo chiedendogli perché avesse smesso di cantare, privandolo così della piacevole compagnia della sua voce melodiosa. L'uccellino rispose tristemente che il rumoroso gracidare delle rane gli aveva fatto passare la voglia di cantare. Il pastore ribadì di essere anch'egli infastidito dal gracidio ma che era proprio il silenzio dell'usignolo a condannarlo a sentirlo.
    Fin qui la favola del letterato e filosofo tedesco, la cui metafora ha acceso la fantasia di Glauco Mauri che - con Marco Blanchi, accompagnati dalle musiche composte ed eseguite in scena al pianoforte da Giovanni Zappalorto, le percussioni da Marzio Audino, gli elementi scenografici di Marta Crisolini Malatesta - da' voce alle opere di Shakespeare, "l'usignolo" che con il suo canto narra la nostra vita. Un caleidoscopio che attinge alle pagine più belle dei capolavori del Bardo, dall'amore esternato ne I Sonetti, sentimento universale al di là dei generi, a Enrico V, da Come vi piace a Macbeth, da Riccardo II a Timone d'Atene, da Giulio Cesare a Re Lear e alla magia di Prospero de La tempesta. Tra inquietudini, interrogativi, dubbi, Mauri mette in guardia da banalità e volgarità, con la metafora delle rane paragonate a cicalecci e frastuoni che infastidiscono, sanno di niente e sopprimono il "cinguettio dell'usignolo".
    Un canto di poesia ed umanità che William Shakespeare affida ai suoi personaggi, tra amore, morte, vendetta, perdono, brutalità, sollecitando, senza mai giudicare e condannare. Dopo oltre quattro secoli dalla sua morte, Shakespeare, non cessa di stupire per la sua complessità, bellezza, varietà e modernità dei personaggi e delle trame. (ANSA).
   

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