(ANSA) - NAPOLI, 14 NOV - Aveva il sistema immunitario
gravemente compromesso, in seguito ad una patologia pregressa,
Nicola Liguori, il 29enne deceduto lo scorso 7 maggio in un
letto d'ospedale dove era finito il primo luglio 2022, dopo che
Pasquale Pezzella gli aveva dato fuoco su una panchina di
Frattamaggiore, in provincia di Napoli. Non solo.
L'udienza è stata incentrata perlopiù sulle deposizioni dei
tre medici che hanno eseguito i controlli e poi l'autopsia sulla
vittima: tutti hanno evidenziato - rispondendo alle domande del
pm Alberto Della Valle - che a causare la morte di Liguori è
stata una imponente sepsi che ha coinvolto diversi organi,
un'infezione estesa e letale determinata dalla elevata
vulnerabilità a cui la vittima era esposta.
Dal luglio 2022 al maggio 2023 Liguori è passato per ben
cinque strutture sanitarie (tra cui il Centro Grandi Ustionati
del Policlinico di Bari) e da un peso iniziale di 95-96 kg ai
46-47 di quando è deceduto. Le sue condizioni di salute sono
state altalenanti: ci sono stati miglioramenti ma sempre in un
quadro di precarietà latente come hanno poi dimostrato le
diverse involuzioni registrate.
L'ultimo testimone dell'accusa ascoltato è stato il perito
Pasquale Gargiulo delegato a trascrivere tre file audio-video
contenenti l'interrogatorio della vittima eseguito dalla polizia
giudiziaria. Nella prossima udienza, fissata per il 22 novembre,
è previsto che venga ascoltato l'imputato. (ANSA).
Fu dato alle fiamme, per periti 'morto dopo estesa infezione'
Difesa, 'vittima aveva il sistema immunitario compromesso'