(ANSA) - NAPOLI, 04 DIC - "Alla Regione Campania chiediamo il
riconoscimento del nostro impegno in questi anni in cui abbiamo
lavorato. Da 30 anni abbiamo portato avanti servizi e cercato di
costruire un modello operativo, questo non può essere buttato
via".
"La ricaduta sull'utenza - spiega Alberino - è sostanziale.
Dicendoci addio i pazienti perdono una parte del loro vissuto.
Abbandonare questi spazi di assistenza è una doppia sofferenza,
oltre al licenziamento c'è anche quella affettiva,
disinteressandosi delle sofferenze negli ospiti dei centri
diurni, notturni, nell'accoglienza dei tossicodipendenti".
Davanti alla Regione oltre 500 dipendenti, con al loro fianco i
sindacati: "Siamo qui con i lavoratori - spiega Marco D'Acunto,
segretario Cgil sezione pubblica - per esaminare le scelte
dell'Asl Napoli 1 che ha cercato un percorso di
internalizzazione che non tiene conto di chi ha lavorato per 20
anni con professionalità e delle norme esistenti". Una perdita
per i pazienti sottolinea Vincenzo Migliore, segretario della
Cisl Fp: "Se usciranno questi lavoratori - spiega - non si
garantisce l'assistente con esperienza alle fasce deboli e alla
psichiatria, servizi che per 20 anni hanno mantenuto senza avere
personale della Asl. Ora li vogliono mandare a casa? Non è
giusto. Serve una soluzione per tutti, non siamo contrari ai
concorsi ma si deve rispettare i lavoratori, le
professionalità". Per Enzo Torino, segretario della Uil Fpl di
Napoli e Campania, è il momento di "chiedere alla politica
campana che sia presente al fianco dei lavoratori. La nostra
proposta è di allargare la medicina territoriale dando uno
sbocco lavorativo". (ANSA).
Operatori sociali licenziati, protesta al Consiglio regionale
"In 30 anni abbiamo costruito modello, ora ripartono da zero"