(ANSA) - NAPOLI, 20 MAR - In una stanza vuota Lady Macbeth
vive la sua follia cercando di incollare i pezzi della memoria
mentre Macbeth è ossessionato dai fantasmi della sua mente.
Ispirandosi alla tragedia di Shakespeare, l'autore Francesco
Niccolini, Enzo Vetrano e Stefano Randisi alla regia hanno
immaginato l'estrema confessione della coppia di amanti per la
messa in scena de 'I Macbeth', da domani, 21 marzo (ore 21,
repliche fino a domenica 24), nel Teatro Nuovo di Napoli.
Presentato da Arca Azzurra in collaborazione con Cooperativa
Le Tre Corde/Compagnia Vetrano-Randisi e Teatro Comunale di
Imola Lo Stignani, l'allestimento vede interpreti in scena Enzo
Vetrano, Raffaella d'Avella, Giovanni Moschella, Giulio Germano
Cervi, con le scene e i costumi a cura di Mela Dell'Erba, le
luci di Max Mugnai.
I Macbeth, sottolinea una nota, "è un lavoro sull'ossessione,
e su stragi che si spiegano solo per ossessione, ieri e oggi: un
trono, un'eredità, dei compagni di scuola, dei vicini troppo
rumorosi, preghiere a un altro dio. Poco cambia, il risultato è
sempre lo stesso, un massacro: furia, sangue, incubi, odio,
altro sangue, lutti e notti insonni". "Come nel Riccardo III,
anche in questo spettacolo tutto è già avvenuto, fin
dall'inizio. In quello stesso luogo di cura, di espiazione, di
catarsi, quattro assassini cercano di ricucire i frammenti della
loro memoria" si afferma ancora. "Nell'accostarci alla riduzione
del Macbeth che Francesco Niccolini ha scritto per noi - così
Vetrano e Randisi - ci siamo chiesti come rendere vero e
comprensibile l'orrore e l'efferatezza dei crimini compiuti da
Macbeth e dalla Lady. Come raggiungere il cuore della
complicità, dell'ossessione, della perdita di coscienza che può
portare due individui a compiere un assassinio e poi un altro,
un altro e un altro ancora". A partire dalle domande senza
risposta che s'inseguono nel Macbeth dalle parole infuocate
dell'antica Lady, dalle esitazioni inquiete del suo nobile
consorte, cercano un perché al crimine efferato che hanno
compiuto.
"Come si fa a ricostruire una vicenda così antica e così
dolorosa da non ricordarne più i contorni, le motivazioni, le
conseguenze? Chi può rivivere storie lontane come quella di
Macbeth e della sua Lady o raccontare storie vicinissime a noi,
che ritroviamo in fatti di cronaca nera che quotidianamente ci
stordiscono? Ci vuole qualcuno, al di fuori di queste storie,
che possa riavvolgere il nastro per farlo ricominciare daccapo.
È necessario guardare indietro alle proprie azioni come se
fossero state compiute da altri, distribuirle a corpi diversi,
in un gioco di specchi, per liberarsi delle proprie colpe"
conclude la nota. (ANSA).
'I Macbeth' di Francesco Niccolini al Teatro Nuovo di Napoli
Da domani la messa in scena ispirata all'opera di Shakespeare