(ANSA) - NAPOLI, 02 APR - Per i bambini affetti da disturbi
dello spettro autistico "occorrono diagnosi precoci e cure
serie, validate da ricerche scientifiche più appropriate".
Mentre, per quanto riguarda gli adolescenti "va curata la
transizione verso l'età adulta: non è possibile che
dall'adolescenza si passa al nulla e così autistici adulti
diventano fantasmi: non esistono". A parlare è la mamma di
Francesca (nome di fantasia), 32 anni, cui è stata
diagnosticata, all'età di 2, la sindrome di disturbo dello
spettro autistico. Oggi, in occasione della Giornata mondiale
della consapevolezza sull'autismo istituita nel 2007
dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite, racconta la storia
di chi ogni giorno fa i conti con le difficoltà e le esigenze di
un adulto che cresce. Dopo aver completato la scuola
dell'obbligo, Francesca è a semi convitto in un Comune in
provincia di Napoli dove fa terapia occupazionale e trascorre
cinque giorni a settimana in fattoria, sotto la supervisione di
operatori. E poi c'è il nuoto e la passeggiata domenicale.
La diagnosi di autismo, giunta all'inizio degli anni Novanta, "è
stata vissuta come una botta, tremenda. Allora non si sapeva
molto. E tu pensi a quando non ci sarai più…" ma "oggi c'è più
consapevolezza anche negli operatori sanitari". I segnali
riconducibili all'autismo: difficoltà sociali, a rapportarsi con
l'esterno e linguaggio verbale ridotto. Fino alla svolta: i
viaggi a Siena con esperti che le hanno dato delle dritte. Le
cure di psicomotricità e logopedia, ma soprattutto la riunione a
quei tempi con altre mamme insieme al neurolinguista belga
specializzato in disturbi dello spettro autistico Theo Peeters
che 'mi ha aperto un mondo, ci ha spiegato cosa è l'autismo', ha
preparato un progetto che ha coinvolto personale sanitario,
genitori e scuola. "Le metodologie diagnostiche, rispetto al
passato, stanno cambiando e si assiste a casi di autismo più
numerosi". Dopo i diciotto anni qual è la sorte? "Non abbiamo
una figura sanitaria di riferimento: dovrebbe essere uno
psichiatra ma tanti non sono formati" spiega la mamma di
Francesca "Dovremmo avere progetti ad hoc per questi ragazzi,
soprattutto di assistenza sanitaria e sociale". E oggi, nella
giornata dedicata, lancia un appello: "Al Servizio Sanitario
Nazionale faccio presente che gli autistici diventano adulti. E
se tu curi bene i piccoli, poi avrai meno problemi quando
diventano grandi e meno spese nella sanità pubblica. Si dovrebbe
capire questo! E per quanto riguarda i servizi sociali, penso
che dovrebbero capire che se hai un autistico in casa cammini,
sull'orlo di un precipizio. Conosco genitori che sono costretti
a fare giri notturni con l'auto perché il figlio lo vuole. Non è
affatto semplice" La mamma di Francesca è riuscita con altre
famiglie a mettere a punto dieci progetto nell'ambito della
legge 112/2016 'Dopo di noi'. "Abbiamo fatto in modo che curando
progetti per tutti avessero un'assistenza minima, 22 ore
settimanali ad esempio". E poi chiede una Priority Pass che dà
accesso prioritario alle casse dei negozi. Attualmente paga
privatamente uno psicologo comportamentista che due volte alla
settimana dà consigli validi alla famiglia per affrontare le
varie esigenze. "Noi cresciamo, anche loro crescono". (ANSA)
Autismo, la mamma di Francesca: "Gli adulti non siano fantasmi"
"Diagnosi precoci e cure serie per i più piccoli"