(ANSA) - NAPOLI, 22 APR - La figura a metà di un clown che si
completa soltanto riflettendo la propria immagine in uno
specchio "porta ad esplorare la dualità che è insita nell'uomo,
tra ciò che mostra al mondo e ciò che invece cela" rimanendo
"ovunque straniero di se stesso nella danza dell'esistenza". È
questa, come spiega una nota, l'opera "La danza dell'abisso" -
scultura in resina su specchio (2024) - con cui l'artista
pompeiano Nello Petrucci prende parte alla 60ma edizione
dell'Esposizione Internazionale d'Arte - La Biennale di Venezia
(20 aprile-24 novembre).
Petrucci si inserisce in questa riflessione con l'opera "La
danza dell'Abisso", che utilizza "le figure altamente simboliche
del clown e dello specchio". Il clown protagonista della
scultura, scelto da Petrucci come emblema ironico e filosofico
al tempo stesso, è metafora dell'esistenza umana, come egli
stesso afferma: "Nonostante le maschere che possiamo indossare,
siamo 'ovunque stranieri' di noi stessi nella danza
dell'esistenza".
Se quella del clown è una figura contraddittoria, che esprime
bene le sfaccettature della personalità umana, lo specchio porta
il visitatore a riflettere su sé stesso e sulla propria
complessa
interiorità. Esso rappresenta visivamente la divisione interna
all'uomo, tra ciò che mostra al mondo esterno e ciò che si cela.
(ANSA).
Alla Biennale anche 'La danza dell'Abisso' di Nello Petrucci
Venezia, opera dell'artista pompeiano riflette dualità dell'uomo