(ANSA) - NAPOLI, 11 GIU - Quando nel 1851 apparve a Napoli
"Il mio cadavere" di Francesco Mastriani, dieci anni dopo Poe,
ma sedici anni prima di Collins e ben trentasei anni prima di
Conan Doyle, sembrò quasi che la città partenopea che ospitava
l'élite culturale europea volesse prendersi anche il primato
della letteratura di genere. Invece non accadde nulla.
Il romanzo fa parte della collana edita da Homo Scrivens
Arti: Teatro, Poesia, Musica, Critica Letteraria, Storia e
tradizioni. "In questo scritto - spiega l'autore nella sua
presentazione - dedicato alle origini del romanzo poliziesco in
Campania, si narra soprattutto di scrittori che hanno operato
nella seconda parte dell'Ottocento, utilizzando spesso, per le
loro opere, la definizione di 'giallo'. La scelta non è
tecnicamente corretta, perché in Italia questa categoria
letteraria verrà chiamata giallo solo a partire dal 1929.
Quando, cioè, Mondadori darà alle stampe il primo volume della
collana I Libri Gialli, dal titolo "La strana morte del signor
Benson", di S.S. Van Dine. E il cui colore di copertina è il
giallo. Appunto. Ci scuseranno i puristi. Ma il termine, nel
tempo, ha finito per identificare un genere preciso. E questo
saggio ne indaga le origini, tenendo ben presente che, mentre
scriviamo, poliziesco, noir, thriller non sono affatto sinonimi
di giallo". L'autore del libro Ciro Sabatino, è giornalista di
cronaca nera e studioso di letteratura popolare, laureato in
Lettere Moderne con una tesi sulla Camorra a Napoli e Caserta.
Ai delitti di carta è passato fondando la casa editrice e il
mensile Gialli.it che dal 2009 è un punto di riferimento per gli
appassionati della letteratura di genere. Oggi dirige il
Festival del Giallo Città di Napoli e cura l'Archivio
biobibliografico dei giallisti napoletani. (ANSA).
Da metà '800 a oggi, ecco la storia del giallo a Napoli
Viaggio letterario di Ciro Sabatino da Mastriani a de Giovanni