Campania

Fai Cisl, un rapporto sugli immigrati nell'agroindustia

Presentato a Castel Volturno il report dell'organizzazione

Redazione Ansa

(ANSA) - CASERTA, 12 GIU - Presentata oggi al Centro di aggregazione e legalità di Castel Volturno, la ricerca "Made in Immigritaly. Terre, colture, culture", primo report su lavoratrici e lavoratori immigrati nell'agroalimentare italiano.
    "I lavoratori immigrati impiegati in agricoltura nella provincia di Caserta - ha ricordato Maria Perrillo, segretaria generale Fai Cisl Caserta - sono 18mila, dei quali il 43% sono donne. Secondo alcune stime, solo 5mila di queste persone sono regolari, ed è su questo che bisogna ancora lavorare molto. Noi facciamo la nostra parte, attraverso la prossimità, raggiungendo i lavoratori nei campi e nelle aziende, attivando la bilateralità per contrastare lavoro sommerso e sfruttamento".
    Silvia Omenetto, assegnista di ricerca all'Università la Sapienza di Roma, ha curato il capitolo dedicato al territorio campano: "Castel Volturno - ha detto - è stata definita per molto tempo la capitale del circuito stagionale del lavoro agricolo svolto da mani straniere sul territorio nazionale. La presenza straniera in questa area si è andata progressivamente stabilizzando. Secondo i più recenti dati Istat, il Comune si classifica al primo posto tra i comuni della provincia di Caserta per numero di stranieri residenti, 4.933 al 1 gennaio 2022, che triplicano nei periodi di maggiore richiesta stagionale".
    Alla presentazione è intervenuto anche il Vescovo di Caserta e Arcivescovo di Capua, Pietro Lagnese che ha proposto "la nascita a Castel Volturno, di un dipartimento universitario di studi sulla mobilità umana, sugli 'sfollati ambientali', persone che emigrano a causa della siccità, della carenza idrica, i cosiddetti 'migranti climatici'".
    I lavori sono stati conclusi dal segretario generale Fai Cisl nazionale, Onofrio Rota. "Il dossier - ha detto - vuole dare protagonismo ai lavoratori immigrati, alle buone politiche di integrazione, al contributo importante che può dare la contrattazione e l'agire sindacale. Sappiamo che sono almeno diecimila i lavoratori agricoli migranti che vivono in 150 ghetti presenti in 38 comuni e collocati in 11 regioni d'Italia, tra cui la Campania. Le politiche abitative sono uno dei motivi di grande fragilità di queste persone, a questa Regione sono stati destinati oltre 3 milioni nel Pnrr per gli alloggi a lavoratori migranti e i tre Comuni più interessati sono Castel Volturno, San Felice a Cancello e Eboli. Ecco queste risorse vanno utilizzate al meglio, ed è compito anche del sindacato monitorare impegni e azioni". (ANSA).
   

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