(ANSA) - NAPOLI, 26 GIU - Ennesima giornata ad alta tensione
ieri nel centro penitenziario di Secondigliano come riferiscono
Raffaele "Lello" Munno e Donato Vaia, rispettivamente
vicesegretario per la Campania e delegato del Sindacato Autonomo
Polizia Penitenziaria: "Ieri - spiegano - un detenuto romano
ristretto nel reparto Adriatico, è andato in escandescenza dopo
aver avuto un colloquio, creando disordini e distruggendo
apparecchiature per migliaia di euro. Per fortuna, il tempestivo
intervento dei poliziotti penitenziari e l'opera di mediazione
attuata dal comandante di reparto, primo dirigente del corpo
Gianluca Colella, sono stati preziosi per stemperare la
tensione, creata per altro da un detenuto con problemi
psichiatrici".
I sindacalisti esprimono "solidarietà e vicinanza ai
poliziotti penitenziari di Secondigliano, già sottoposti a
stress lavorativo per il sovraffollamento del carcere ed a
pesanti turni di servizio, con straordinari oltre i limiti".
Per Donato Capece, segretario generale del Sappe: "Bisognerebbe
che i detenuti violenti, che pensano il carcere come luogo di
villeggiatura dove poter commettere reati, vengano trasferiti
immediatamente fuori regione. Negli ultimi tempi stiamo
assistendo ad un cambiamento sociale, dove il male è visto come
bene e viceversa, dove all'esterno del carcere il reato è
cattivo ed all'interno chi ha commesso reato sia buono. È giunto
il momento di dire basta al finto buonismo, I detenuti che
trasgrediscono le regole o peggio ancora che aggrediscono la
Polizia Penitenziaria devono essere perseguiti a norma di legge
ma soprattutto scardinati dal contesto ove si sentono appoggiati
da altri reclusi amici e quindi forti di questo, non esitano a
commettere altri reati".
E' un 'fiume in piena' il leader nazionale del primo
sindacato della polizia penitenziaria: "Il responsabile delle
inaccettabili violenze di Secondigliano è un soggetto con
problemi psichiatrici. Sono anni che il Sappe denuncia, ma
sembrano essere tutti sordi, che una delle gravi criticità del
sistema penitenziario è proprio quella connessa alla presenza
dei troppi detenuti con problemi psichiatrici riversati nelle
carceri dopo la chiusura degli Opg; soggetti spessissimo
protagonisti di atti violenti contro i poliziotti penitenziari,
come avvenuto a Secondigliano. E questo problema andrebbe
affrontato rapidamente, con la disponibilità di strutture
esterne che si facciano carico della gestione dei detenuti
malati mentali (le Rems, attualmente assolutamente
insufficienti)".
"Bisogna intervenire con celerità, a tutela dei poliziotti
penitenziari, orgoglio non solo del Sappe e di tutto il corpo ma
dell'intera Nazione - evidenzia Capece - serve, forte ed
evidente, la presenza dello Stato, che non può tollerare questa
diffusa impunità, e servono provvedimenti urgenti ed efficaci!.
Il Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria e gli organi
istituzionali competenti devono assumersi le responsabilità ed
attuare, ognuno per la parte di propria competenza, azioni
mirate a dare garanzia di intervento al corpo di Polizia
penitenziaria che opera nell'ultima trincea della giustizia, il
carcere. Il Sappe - si conclude la nota - valuterà ogni forma di
tutela, anche in sede giudiziaria, dei colleghi aggrediti e
minacciati". (ANSA).
Sappe, ancora una giornata di follia a Secondigliano
Basta, non siamo carne da macello. Servono riforme strutturali