(ANSA) - NAPOLI, 28 GIU - Felicità e benessere 'hic et
ubique', 'qui e ovunque'. Il classico augurio latino di
prosperità, che ha attraversato i secoli ed è stato utilizzato
anche da Shakespeare, riemerge a Pompei: è stato pubblicato
sull'E-Journal degli scavi un nuovo articolo di approfondimento
su alcuni dei recenti rinvenimenti dal cantiere della Regio IX,
insula 10, dove sono in corso indagini archeologiche nell'ambito
della più ampia attività di tutela e messa in sicurezza e di
miglioramento dell'assetto idrogeologico dei fronti di scavo.
Sono stati analizzati i numerosi graffiti rinvenuti nel
'salone nero' e in alcuni ambienti vicini, di recente portati in
luce, da cui emergono numerose le tracce di vita vissuta. Si
tratta di iscrizioni graffite, di firme autografe di persone che
attraversarono quei luoghi e lasciarono traccia della loro
presenza. Oltre ai nomi dipinti (in greco) accanto alle
rappresentazioni di Elena e Paride, compare quello 'graffiato'
di un tale Pudens; quello calligrafico di un Vesbinus, e,
ancora, quello rozzamente segnato da un Valerius, mentre ad un
Silvanus doveva essere indirizzato un saluto; ci sono, poi,
tracce anche di un/una Modest- (Modestus? Modesta?). C'è poi un
saluto, perché qualcuno aveva augurato, forse ai padroni della
casa, felicità e benessere 'hic et ubique'. 'Hic et ubique',
'qui e ovunque', è un'espressione formulare che è nota quasi
esclusivamente dalle pareti pompeiane e che solcherà i secoli,
mettendo Pompei in connessione con Shakespeare, con il tramite
della preghiera liturgica. Con un hic et ubique, infatti, inizia
la battuta che pronuncerà l'Amleto shakespeariano rivolgendosi
all'onnipresente fantasma del padre.
Questo è quanto emerge nella lettura e interpretazione degli
autori dell'approfondimento, Maria Chiara Scappaticcio, docente
ordinario di lingua e letteratura latina all'Università Federico
II di Napoli e Gabriel Zuchtriegel, direttore del Parco
archeologico di Pompei. (ANSA).
'Hic et ubique', a Pompei riemerge l'augurio latino
Analizzati i graffiti del 'salone nero'
