(ANSA) - CASERTA, 07 AGO - E' bufera a Caserta per l'invio al
Comune - dato per imminente - di una Commissione d'accesso da
parte del Ministero dell'Interno per fare luce su eventuali
condizionamenti di carattere camorristico sull'azione dell'ente
locale guidato dal sindaco Pd Carlo Marino. "Un atto gravissimo,
di barbarie, che mira a sabotare il corso regolare della vita
democratica della città", commenta a caldo sui social Marino,
con un riferimento implicito al ministro dell'Interno Matteo
Piantedosi.
La decisione del Viminale, non ancora ufficiale ma confermata
da fonti della prefettura di Caserta, fa seguito alla bufera
giudiziaria che ha travolto il Comune nel giugno scorso, con
l'indagine della procura di Santa Maria Capua Vetere, relativa a
un presunto sistema di appalti comunali dati in cambio di voti e
altre utilità, che ha coinvolto due assessori, uno dei quali
vicesindaco, quattro tra dirigenti e dipendenti comunali, e
diversi imprenditori, alcuni ritenuti vicini al clan Belforte.
Marino, che non è indagato, ha prima incassato nelle scorse
settimane le dimissioni di tre assessori, poi a fine luglio ha
azzerato la giunta sperando di rilanciare l'azione
amministrativa. Ora questa doccia fredda, di cui il sindaco dà
una lettura politica.
Nella reazione affidata a Facebook, infatti, punta
chiaramente l'indice contro "un parlamentare della Lega" (il
casertano Giampiero Zinzi, ndr) accusandolo di voler far cadere
la Giunta "non con una giusta battaglia politica ma con
l'infamità di un marchio" legato alla camorra. Al parlamentare
leghista Marino rinfaccia la vicinanza politica negli anni
scorsi ai due ex assessori coinvolti nell'indagine, Massimiliano
Marzo e Emiliano Casale, quest'ultimo vicesindaco fino a pochi
giorni fa. Per Zinzi "la reazione rabbiosa del sindaco Marino
alla notizia della nomina della commissione di accesso in
Comune, voluta dal Viminale probabilmente a seguito di una serie
di inchieste che in questi anni hanno coinvolto la classe
dirigente politica e amministrativa del Comune di Caserta,
sindaco in testa, è preoccupante. Così come imbarazzante è il
vano tentativo di scaricare i suoi vecchi amici".
Da Forza Italia professione di garantismo. Il presidente
della Provincia Giorgio Magliocca auspica che "i giudizi
politici si facciano al termine del lavoro della Commissione".
L'indagine della Procura di Santa Maria Capua Vetere il 13
giugno scorso portò alle manette per l'allora assessore comunale
ai Lavori Pubblici Marzo, per i dirigenti del Comune di Caserta
Franco Biondi e Giovanni Natale, per il dipendente comunale
Giuseppe Porfidia, per l'imprenditore Gioacchino Rivetti (tutti
poi rimessi in libertà), mentre furono solo indagati il
vicesindaco Emiliano Casale, accusato di voto di scambio, e
diversi imprenditori; tra gli accusati di essere "portatori di
voti" alcuni personaggi legati al clan Belforte di Marcianise.
Per tutti gli indagati è già arrivato qualche giorno fa l'avviso
di chiusura indagini dalla Procura, atto che precede la
richiesta di rinvio a giudizio.
Lo stesso Marino - estraneo a questa vicenda - è sotto
processo al tribunale di Santa Maria Capua Vetere insieme ad
altri ex dirigenti e dipendenti comunali per un'altra vicenda di
appalti, scoppiata nel 2021 e condotta dalla Direzione
Distrettuale Antimafia di Napoli. (ANSA).
Commissione d'accesso a Caserta, l'ira del sindaco
Marino, 'atto di barbarie per sabotare democrazia'. E' polemica