(ANSA) - NAPOLI, 19 AGO - "Il recente rapporto
dell'Osservatorio di First Cisl evidenzia una situazione
allarmante per il tessuto produttivo e sociale del nostro Paese.
La chiusura di ulteriori 163 sportelli finanziari nei primi sei
mesi del 2024 ha lasciato oltre 4 milioni di cittadini e circa
266 mila imprese senza un punto di riferimento sul territorio,
aggravando la già preoccupante desertificazione bancaria che
affligge un quarto del territorio nazionale».
A dirlo è Antonio Visconti, presidente Ficei (Federazione
italiana consorzi enti industrializzazione) e numero uno
dell'Area di sviluppo industriale di Salerno.
«È particolarmente preoccupante notare come questa situazione
non sia frutto di un'evoluzione digitale, come si potrebbe
supporre, ma piuttosto di un processo di abbandono che esclude
fasce significative della popolazione, soprattutto anziana,
dalla possibilità di accedere ai servizi essenziali. Infatti,
solo il 51,5% degli italiani utilizza l'internet banking, una
percentuale ben al di sotto della media europea - aggiunge -.
Per le imprese, questo scenario rappresenta una sfida
particolarmente ardua. La chiusura degli sportelli non solo
limita l'accesso ai servizi finanziari necessari per la gestione
quotidiana, ma contribuisce anche a un progressivo isolamento
economico delle aree più periferiche, riducendo ulteriormente le
possibilità di crescita e sviluppo».
«Nel contesto attuale, è fondamentale che i grandi gruppi
bancari, pur continuando a perseguire politiche di redditività,
non perdano di vista il loro ruolo sociale e territoriale. Il
nostro invito è a considerare con maggiore attenzione le
esigenze dei territori e delle comunità che vi risiedono,
investendo in soluzioni che possano garantire un accesso equo ai
servizi finanziari per tutti, indipendentemente dalla
localizzazione geografica. E questo nonostante la marcata
differenza tra le regioni del Nord e del Sud Italia - prosegue
Visconti -. Al Settentrione, le province mostrano una situazione
relativamente più stabile, con un numero inferiore di comuni
desertificati e una maggiore presenza di sportelli finanziari,
come dimostrano i posizionamenti nelle prime posizioni della
graduatoria di province come Ravenna, Reggio Emilia e Pisa.
Queste aree, grazie anche a un tessuto economico e sociale più
dinamico, riescono a mantenere un accesso più diffuso ai servizi
finanziari. In netto contrasto, il Meridione d'Italia appare
gravemente penalizzato da un processo di desertificazione
bancaria molto più avanzato. Le province del Mezzogiorno, come
Vibo Valentia e Isernia, si collocano agli ultimi posti della
graduatoria, evidenziando una drastica riduzione della presenza
di sportelli. Questo scenario riflette le difficoltà strutturali
e socio-economiche che caratterizzano il Sud, dove la chiusura
degli sportelli bancari accentua il fenomeno dell'esclusione
finanziaria e sociale, rendendo ancora più arduo il percorso di
sviluppo economico delle aree meno avvantaggiate».
«Questa dicotomia tra Nord e Sud richiede un intervento urgente
e mirato per ridurre le disuguaglianze territoriali. È
fondamentale che le politiche di sviluppo economico e sociale
tengano conto di queste differenze, promuovendo misure che
possano contrastare la desertificazione bancaria nelle regioni
del Mezzogiorno, garantendo così - ha concluso il leader di
Ficei - un accesso equo ai servizi finanziari essenziali per
tutti i cittadini e le imprese del Paese». (ANSA).
Visconti (Ficei), 4 milioni di cittadini senza banche
Allarme presidente, 266mila aziende senza servizi di credito