Campania

"La Città Invisibile" di Paolo Manzo approda a Perpignan

Nella città francese in mostra il progetto del fotografo

Redazione Ansa

(ANSA) - NAPOLI, 30 AGO - Il progetto fotografico "La Città Invisibile" di Paolo Manzo sarà esposto da domani al 15 settembre nell'ambito della 36a edizione di Visa Pour L'Image alla Eglise Des Dominicains di Perpignan in Francia. La mostra esplora le radici profonde dei problemi sociali, economici e culturali che affliggono la città di Napoli. "Ho trascorso anni a documentare le conseguenze e gli effetti negativi di politiche inefficaci e della mancanza di intervento istituzionale. Lo scopo del mio lavoro - spiega Manzo - è mostrare il lato oscuro e drammatico della disuguaglianza economica, dell'ingiustizia sociale e della segregazione urbana. Ho cercato di raccontare le storie di persone che lottano per sopravvivere nelle zone più emarginate, come Afragola, Caivano, Ponticelli, Secondigliano, Torre Annunziata, Pianura e Scampia. Sono tutti quartieri sorti dopo il terremoto del 1981, accogliendo gli sfollati dal centro cittadino. Pratiche edilizie abusive hanno reso questi luoghi l'habitat naturale di una vita precaria e violenta, condannata alla povertà, al degrado, alle armi e alla droga". "Napoli - aggiunge Manzo - risulta essere una delle città italiane con il tasso di criminalità più alto al mondo, dove la povertà educativa è un problema crescente e il numero di giovani neet è in aumento. Le opportunità per i giovani sono strettamente legate alle condizioni economiche e culturali delle loro famiglie, e l'ambiente suburbano aumenta il rischio di abbandono scolastico e di coinvolgimento in attività illegali, creando un senso di precarietà che alimenta un circolo vizioso e peggiora le condizioni di chi vive".
    Paolo Manzo è un fotografo che risiede e si è formato a Napoli e allo IED, l'Istituto Europeo di Design di Roma. Il desiderio di conoscere e raccontare la periferia napoletana nasce negli anni della sua adolescenza quando, tornando a casa con i genitori, attraversa una strada periferica della zona est di Napoli e affacciandosi al finestrino della vecchia Fiat Panda 750 di suo padre, si fermò a guardare un grappolo di alti edifici in cemento armato, fantasticando su come fosse la vita di quegli abitanti e chiedendosi se anche loro vivessero le stesse difficoltà della sua famiglia. Da quei ricordi legati alla sua infanzia e dalle esperienze della sua vita in periferia, nasce il desiderio di documentare le zone più difficili, come quelle del nord est e dell'ovest di Napoli. Attraverso le sue fotografie racconta dal 2012 la metamorfosi territoriale dovuta alla migrazione dei terremotati dell'Irpinia del 1980 verso le zone periferiche di Napoli. Il progetto "La Città Invisibile" ha ricevuto lo scorso anno il premio Pierre&Alexandra Boulat.
    (ANSA).
   

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