Campania

Detenuto si impicca con le lenzuola nel carcere di Benevento

Consipe: "Quasi 70 casi: sistema penitenziario fallimentare"

Redazione Ansa

(ANSA) - NAPOLI, 02 SET - "Un detenuto napoletano 50enne di media sicurezza che più volte ha provato a farla finita ed in più occasioni salvato, questa volta nel silenzio assordante di questo pomeriggio, colpito probabilmente da una solitudine infernale, con le classifiche modalità che la maggior parte dei reclusi utilizzano, lenzuola legate alle inferriate, è riuscito a farla finita, a nulla sono serviti i tentativi di rianimarlo dal personale intervenuto sul posto". A rendere noto, in un comunicato, il suicidio in cella avvenuto nel carcere di Benevento, è il sindacato Con. Si.Pe che aggiunge: "Siamo a quasi 70 dall'inizio dell'anno".
    Per il segretario regionale Campania Con.Si.Pe. Tommaso De Lia "ogni qualvolta subiamo un evento critico del genere, rappresentiamo il fallimento di un sistema penitenziario e l'operato invano di tanti poliziotti penitenziari che nonostante le ataviche criticità organizzative cercano di salvare il salvabile, ma oggi non si è potuto evitare la disgrazia".
    Per De Lia, oggi purtroppo "garantire sicurezza per tutti col poco personale di Polizia Penitenziaria disponibile è pura utopia, servono risorse umani e strumentali a far fronte a questo scempio".
    Per il delegato nazionale dirigenti Polizia Penitenziaria Con.Si.Pe. Vincenzo Santoriello "l'attuale sistema penitenziario è fallimentare e genera tanta violenza e suicidi, il Governo deve investire su una nuova organizzazione dei penitenziari disponibili che sia più settorizzata alla specificità e tipologia dei reclusi, molti andrebbero maggiormente attenzionati e ciò richiede più personale sia specializzato che di Polizia Penitenziaria, mancano psichiatrici, psicologi, poliziotti penitenziari, medici ed infermieri, c'è un'alta percezione di abbandono che genera un contesto destabilizzato, violento che spesso dimostra il suo fallimento come oggi".
    "I suicidi, le aggressioni e quanto sta avvenendo nei penitenziari italiani, - conclude il vicepresidente Luigi Castaldo - deve indurci a serie riflessioni tali da concretizzarsi in provvedimenti risolutivi ad un sistema penitenziario imploso, al collasso, che urge una terapia appropriata vista la complessità. Da tempo suggeriamo provvedimenti sulla gestione dei casi psichiatrici, sugli extracomunitari ed altro e pertanto il 12 settembre saremo a gridare questo allarme sociale davanti ai Prap di diverse regioni, affinché sia ridata dignità e decoro al Corpo di Polizia Penitenziaria con una nuova organizzazione del sistema penitenziario". (ANSA).
   

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