(ANSA) - NAPOLI, 16 SET - Fu Luigi Di Martino, soprannominato
"o' profeta", colui che poi sarebbe diventato elemento di
vertice del clan Cesarano, a uccidere con tre colpi d'arma da
fuoco Tommaso Covito, assassinato il 12 novembre del 2000 in un
agguato di stampo camorristico scattato a Santa Maria la Carità,
in provincia di Napoli.
A sostenerlo sono i Carabinieri del Gruppo Carabinieri di
Torre Annunziata e la DDA di Napoli che a distanza di quasi 24
anni hanno fatto luce sul grave fatto di sangue e notificato
nuove accuse a Di Martino, 63 anni (che era già in carcere) e a
Gennaro D'Antuono, 50 anni, suo complice in quell'agguato.
Il raid maturò nell'ambito di uno scontro tra il clan
Cesarano e il gruppo malavitoso del quartiere Moscarella di
Castellammare di Stabia (Napoli) dove i Cesarano volevano
estendere il proprio controllo criminale.
Tommaso Covito venne trucidato da due killer in moto, mentre
era alla guida di un'auto a bordo della quale viaggiavano anche
altre due persone. Furono esploso diversi colpi d'arma da fuoco
tre dei quali misero fine alla vita di Covito. (ANSA).
Ucciso 24 anni fa nel Napoletano, nuove accuse per il boss
Due arresti di carabinieri e DDA per Luigi Di Martino e complice