Campania

Sabato in piazza a Napoli i volontari di Abio

Ogni giorno sostengono i bambini in 200 reparti pediatrici

Redazione Ansa

(ANSA) - NAPOLI, 26 SET - Sabato prossimo anche a Napoli, come in molte città in tutta Italia, ai banchetti in piazza sarà possibile incontrare i volontari della Fondazione Abio che ogni giorno sostengono i bambini ricoverati in oltre 200 reparti pediatrici nel Paese. Sarà possibile farsi raccontare la loro esperienza e scoprire cosa significa far parte di Abio. Con un contributo i cittadini riceveranno inoltre un cestino di pere, simbolo della Giornata: i fondi raccolti saranno destinati all'organizzazione di nuovi corsi di formazione per chi già svolge servizio e per chi vorrà diventare volontario "in modo che Abio possa continuare a svolgere un prezioso servizio in ospedale".
    I banchetti di Abio saranno a Napoli in via Toledo (altezza metropolitana Linea 1), in via Partenope (altezza Castel dell'Ovo) e in via Luca Giordano.
    La Giornata Nazionale Abio, giunta alla sua ventesima edizione, anche quest'anno ha ricevuto la Medaglia del Presidente della Repubblica e il patrocinio del Ministero della Salute. Si tratta, viene sottolineato, di "un importante traguardo per la Fondazione che opera con impegno e passione sin dal 1978, contando su circa 4.000 volontari presenti in oltre 200 reparti di pediatria, riuniti in più di 50 organizzazioni sparse sull'intero territorio italiano". "Nella celebrazione della 20/a Giornata Nazionale Abio - dichiara il presidente Giuseppe Genduso - desidero esprimere la mia più sincera gratitudine ai nostri volontari, che ogni giorno dimostrano con passione e dedizione cosa significhi fare la differenza nella vita dei più piccoli e delle loro famiglie. Il nostro volontariato non è un'azione estemporanea, ma un impegno libero, generoso e qualificato e continuativo che arricchisce tanto chi lo riceve quanto chi lo offre, un'esperienza concreta di solidarietà che ci tiene uniti nel raggiungimento di un obiettivo comune: il benessere dei bambini e degli adolescenti che, con le loro famiglie, vivono la difficile esperienza dell'ospedale". (ANSA).
   

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