Campania

Ecco la mappa emozionale realizzata dai sofferenti psichici

Scampia, installazione degli utenti del centro diurno Gattablu

Redazione Ansa

(ANSA) - NAPOLI, 27 SET - È una mappa cartografica tradizionale di Scampia, interpretata attraverso lo sguardo dei sofferenti psichici del centro diurno di salute mentale Gattablu. Non solo segni e disegni ma anche parole chiave e concetti come possibilità, scambio, rivoluzione, per una mappa emozionale dove colori e parole raccontano la storia di una comunità che cura. L'eccezionale installazione artistica interamente realizzata dai sofferenti psichici attraverso laboratori collettivi nel centro diurno Gattablu a Scampia, con i disegni rappresenta le associazioni, le case degli utenti, i servizi pubblici e quelli di prossimità: è la raffigurazione della rete di legami che curano la comunità. Un reticolo di fili che raccontano i processi di cura. La mappa, che questo pomeriggio viene presentata nella sede dell'Ottava Municipalità di Piscinola-Marianella, è stata realizzata nell'ambito del progetto di ricerca-azione "La cura", che intende connettere riabilitazione psicosociale, arte collettiva e cartografia critica, come è stato spiegato nel corso del confronto sui temi della cura e della salute mentale e dell'esperienza del centro diurno di salute mentale Gattablu della cooperativa ERA (Gesco), nato nei primi anni '90 a Scampia con Sergio Piro, uno dei primi centri di riabilitazione psichiatrica e psicosociale in Campania. Il progetto è frutto di un percorso durato un anno che ha coinvolto utenti e operatori, insieme alla rete territoriale di associazioni di Scampia "Pangea" e alla cooperativa L'Uomo e Il Legno. "La cura" vuole testimoniare un'operatività comune ai centri diurni di salute mentale, per rendere visibile il lavoro di cura quotidiana svolto dagli operatori sociali attraverso pratiche trasformative e relazionali coltivate negli anni insieme a utenti, famiglie e cittadini del territorio. Un lavoro che viene messo a rischio oggi dalla crisi aperta con la Asl Napoli 1 Centro, come denunciato pubblicamente dal gruppo Gesco.
    «Abbiamo cominciato a lavorare a questo progetto da quando abbiamo saputo della scelta dell'Asl di aziendalizzare la cura sociale» spiega Letizia Alfano, operatrice sociale del centro Gatta Blu, tra le persone interessate dai licenziamenti imminenti. «Abbiamo deciso di fare un viaggio che ripercorre le tappe di quel modello di cura che, dagli anni '90, si realizza in Campania, basato sull'integrazione tra servizio pubblico e cooperazione sociale. La mappa vuole essere una contro-narrazione, offrire una contro-mappatura del territorio che racconta le pratiche e le relazioni costruite nel tempo e contiene il messaggio politico, sociale e culturale del nostro lavoro. Lo scopo è anche quello di rivendicare quel ruolo di protagonismo della cooperazione sociale che oramai è giunto alla fine. Dopo questa epoca, si tornerà alla cultura della reclusione precedente alla Riforma Basaglia».
    «Rivendichiamo quanto nel tempo abbiamo fatto e facciamo, il riconoscimento di un patrimonio professionale e culturale costruito negli anni, il mantenimento dei livelli occupazionali, la necessità di riscrivere un nuovo patto sociale per rilanciare politiche pubbliche a sostegno delle persone fragili», ha spiegato Giacomo Smarrazzo, presidente di Gesco. (ANSA).
   

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