(ANSA) - NAPOLI, 27 SET - Hiv, vietato abbassare la guardia:
l'infezione provocata dal virus il virus che provoca la sindrome
da immunodeficienza acquisita è presente in tutta la popolazione
sessualmente attiva. Tra i giovani che si affacciano al mondo
sociale, tra gli adulti e anche in età più avanzata quando
emergono casi incubati in maniera silente in anni precedenti.
Ciò a prescindere dall'orientamento sessuale. Nel solo mese di
agosto nella sola struttura di Malattie infettive della Federico
II sono stati diagnosticati 10 nuovi casi. Di più al centro per
lo screening del Cotugno dove spesso arrivano pazienti con la
malattia già conclamata in Aids.
Nel nostro Paese il numero delle persone positive all'Hiv
continua ad aumentare in quanto i casi, che con le nuove terapie
vengono cronicizzati e si accumulano: in 20 anni si è passati da
70 mila positivi nel 2000 a 120.000 nel 2023 di cui circa 10
mila in Campania. Fondamentale identificare precocemente la
positività al virus dell'Hiv con lo screening gratuito - avverte
Maria Aurora Carleo, dirigente presso l'Unità operativa
complessa di Malattie infettive e Medicina di genere
dell'Azienda Ospedaliera dei Colli di Napoli - un elemento
chiave sia per consentire di mantenere in efficienza il sistema
immunitario sia per diventare consapevoli del proprio stato di
positività. Le terapie oggi disponibili permettono infatti di
rendere il virus non rilevabile nel sangue e quindi non
trasmissibile evitando di contagiare altri e consentendo una
aspettativa di vita sovrapponibile a quella delle persone sane".
In Campania è possibile effettuare l'esame per lo screening in
anonimato al Cotugno, in Malattie infettive al Policlinico
Federico II, all'ospedale Moscati di Avellino, al San Pio di
Benevento, al San Sebastiano di Caserta e al Ruggi di Salerno.
Con la diagnosi precoce dunque l'Hiv può diventare una
condizione cronica con cui convivere per molti anni senza
conseguenze per se e gli altri. "La notizia della positività
all'HIV può tuttavia provocare paura e disorientamento ma grazie
a corrette informazioni e seguendo le terapie secondo lo schema
prescritto dal medico è possibile raggiungere una carica virale
non rilevabile e avere una buona qualità di vita. lo screening
in anonimato offerto gratuitamente è la strada da seguire
superando lo stigma che ancora circonda l'HIV. Mira a questi
obiettivi il podcast realizzato con gli esperti del settore
nell'ambito di "HIV. Parliamone ancora", nuova iniziativa della
campagna di sensibilizzazione, "HIV. Ne parliamo?", promossa da
Gilead Sciences con il patrocinio di 16 Associazioni di
pazienti, la Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali
(SIMIT) e l'Italian Conference on AIDS and Antiviral Research
(ICAR). Come affrontare la diagnosi di HIV è l'argomento del
secondo episodio del podcast "A voce alta - Dialoghi sull'HIV",
realizzato da OnePodcast a cui ha partecipato anche Maria Aurora
Carleo, dirigente presso l'Unità operativa complessa di Malattie
infettive e Medicina di genere dell'Azienda Ospedaliera dei
Colli di Napoli. Sulla piattaforma
(https://open.spotify.com/show/3WO4OGtxxupBJBiR7Oy1sz). è già
disponibile la prima puntata, uscita a giugno e dedicata ai temi
dell'aderenza terapeutica e dello sviluppo di resistenze ai
farmaci.
In Italia, nel 2022, sono state effettuate 1.888 nuove diagnosi
di infezione da HIV di cui circa il 10% in Campania. Circa il
60% dei neo-diagnosticati aveva una compromissione del sistema
immunitario e, tra questi, più del 40% con una diagnosi di AIDS
conclamata. "Questi numeri ci dicono che la maggior parte delle
persone arriva alla diagnosi di HIV in una fase avanzata -
spiega Carleo - quando ha già dei sintomi, anziché per
un'abitudine al controllo del proprio stato di salute.
Purtroppo, non c'è adeguata informazione sul test HIV, che può
essere effettuato attraverso un prelievo di sangue oppure
tramite il test rapido - salivare o capillare, con una goccia di
sangue, a cui seguirà un'analisi più specifica in caso di
positività".
"Le persone pensano che scoprire la positività all'Hiv cambi la
loro vita per sempre e tendono a mettere la testa sotto la
sabbia, In realtà non è così: oggi è possibile vivere una vita
libera, come quella di tutte le altre persone. È importante però
che fin da subito le persone vengano informate correttamente".
Al Cotugno una volta ottenuta la diagnosi, le persone vengono
prese in carico e iniziano la terapia il prima possibile per
raggiungere l'abbattimento della carica virale fino a non avere
più tracce di virus rilevabili in circolo. Ciò vuol dire che, se
il virus non è rilevabile nel sangue, allora non può essere
trasmesso. "Per fare ciò è necessario però che venga capita
l'importanza di assumere la terapia con regolarità e costanza.
Per questo diventa fondamentale parlare con il medico", spiega
Maria Aurora Carleo.
Insieme al podcast è stato realizzato anche un nuovo opuscolo
informativo che sarà reso disponibile per i medici generalisti e
specialisti a supporto della loro comunicazione con i pazienti.
L'opuscolo affronta il tema del paziente neo-diagnosticato, con
informazioni utili per affrontare al meglio questo momento.
Sulla landing page della campagna - hivneparliamo.it - sono
inoltre disponibili le storie dedicate a tutte le tematiche
toccate in questi mesi di attività: il benessere mentale,
l'aderenza terapeutica, lo sviluppo di resistenze ai farmaci e
diversi altri aspetti legati alla quotidianità del vivere con
HIV. L'obiettivo è promuovere il dialogo fra i medici e le
persone con HIV, per una migliore qualità di vita.
"In questi quasi 40 anni di attività a fianco delle persone con
HIV abbiamo lavorato per far sì che la diagnosi di positività
all'infezione non fosse più una condanna, e ci siamo riusciti.
Oggi chi vive con HIV, grazie alle terapie, può avere
un'aspettativa di vita paragonabile a chi non ha l'infezione e
una buona qualità di vita. Ma possiamo e vogliamo fare ancora di
più e ci impegniamo ogni giorno a sviluppare nuovi farmaci,
sempre più efficaci e a promuovere una corretta informazione e
un maggior dialogo tra medici e pazienti, fin dal momento della
diagnosi. Un obiettivo che è anche alla base di "HIV. Ne
parliamo?", una campagna che offre strumenti concreti a clinici
e persone che vivono con questa infezione per costruire un
rapporto di fiducia", conclude Gemma Saccomanni, Senior Director
Public Affairs Gilead Sciences.
La campagna "HIV. Ne parliamo?" è partita a novembre 2023 per
riportare l'attenzione su quegli aspetti della vita delle
persone con HIV che possono essere migliorati, dagli aspetti
psicologici alle relazioni con gli altri, alla corretta
assunzione della terapia. Attraverso le storie di chi vive con
HIV, la campagna vuole offrire degli spunti di riflessione e
informazioni utili per prendere consapevolezza di questi aspetti
e iniziare ad affrontarli. (ANSA).
Hiv, 200 nuovi casi all'anno in Campania,ma è punta dell'iceberg
Nuove terapie per azzerare virus nel sangue ed evitare contagio