(ANSA) - NAPOLI, 01 OTT - Sono complessivamente 50 gli arresti eseguiti la scorsa notte dai carabinieri a Caivano, in provincia di Napoli, nell'ambito di una vasta operazione che ha consentito di assestare un duro colpo a un gruppo criminale che spacciava droga su tutto il territorio. A renderlo noto è stato il procuratore di Napoli Nicola Gratteri, nell'ambito di una conferenza stampa in Procura. I militari dell'arma hanno eseguito 49 arresti in carcere e uno ai domiciliari. Gratteri, parlando con i giornalisti, ha voluto sottolineare la pressione esecitata negli ultimi anni in un territorio dove la camorra, con il clan Angelino-Gallo, era riuscita ad infiltrarsi anche nell'amministrazione pubblica, traendo profitto nell'assegnazione degli appalti con la collaborazione di funzionari, come dimostrano diverse indagini, in primis quelle del ottobre 2023. Presenti alla conferenza stampa anche il procuratore aggiunto Sergio Ferrigno, il generale Enrico Scandone, il maggiore Andrea Coratza, comandante del nucleo invesatigativo di Castello di Cisterna, il tenente colonnello Paolo Leoncini, comandante della gruppo di Castello di Cisterna.
Parla il boss, 'devono avere paura dei killer non degli sbirri'
"Devono avere paura dei killer, non degli sbirri": parola di di Massimo Gallo, esponente di vertice del clan Angelino-Gallo, intercettato dai carabinieri nell'ambito di indagini sullo spaccio di droga a Caivano, in provincia di Napoli dove oggi, i militari dell'arma hanno eseguito 50 arresti (49 in carcere e uno ai domiciliari). La conversazione riguarda un colloquio durante il quale uno dei vertice del clan Angelino-Gallo parla del raid incendiario ai danni di un cittadino del Parco Verde di Caivano ritenuto un confidente delle forze dell'ordine. Come ha ricordato il comandante Paolo Leoncini, a capo del gruppo dei carabinieri di Castello di Cisterna, la piazza di spaccio del Parco Verde di Caivano non è più "la piazza più grande d'Europa", come invece lo era tempo fa, anche se le indagini hanno consentito di scoprire che la droga fruttava mezzo milione di euro al mese per circa 25 piazze di spaccio individuate sul territorio di Caivano. La droga arrivata dalla Calabria grazie ai contatti con le 'ndrine di Gioia Tauro e del Nord Italia. Nel corso della conferenza stampa è stato anche ricordato che le indagini che si sono susseguite dal 2019 hanno portato alla luce i contatti del clan Angelino-Gallo con l'amministrazione comunale, inchieste che hanno portato allo scioglimento dell'amministrazione comunale per infiltrazioni camorristiche.
A Caivano il boss temeva il Covid,'a casa non dovete più salire'
Temeva il Covid-19 Massimo Gallo, a capo dell'omonimo gruppo camorristico di Caivano dedito allo spaccio di droga, tanto da impedire ai suoi accoliti di salire a casa sua, anche se muniti di mascherina, per consegnare i proventi delle vendite. Emerge anche questo dall'indagine dei carabinieri del nucleo Investigativo e del gruppo di Castello di Cisterna che all'alba, coordinati dalla DDA, hanno completato una vasta operazione che ha portato alla notifica di ben 50 arresti. Gallo, infatti, preferiva che la consegna dei proventi dello spaccio avvenisse con il cosiddetto "panaro", un cesto calato da una finestra o da un balcone nel quale gli affiliati doveva depositare il denaro, per evitare qualsiasi tipo di contatto. "Mi devi fare un favore - dice Gallo in una intercettazione che risale al 10 marzo 2020 - qua sopra non devi salire più, mi devi fare questo piacere, mi chiami e me li dai da dentro al paniere". Massimo Gallo, insieme con la moglie, alla quale era stata affidata la gestione della cassa comune del gruppo criminale, figura nell'elenco delle persone a cui i militari dell'arma hanno oggi notificato un arresto.
A Caivano un banco alimentare del clan per intercettare voti
Le indagini, "un lavoro intelligente, andato avanti per step", hanno consentito di dimostrare che, in occasione della pandemia, in particolare quando venne adottato il lockdown, la camorra aveva organizzato un banco alimentare per le famiglie che non avevano niente, che fino a quel momento vivevano solo di espedienti, per intercettare voti. Lo ha detto il procuratore di Napoli Nicola Gratteri nel corso della conferenza stampa convocata per illustrare una vasta operazione antidroga dei carabinieri a Caivano. E quindi, "mentre i virologi andavano in tv", ha ricordato Gratteri, la camorra si preparava il terreno per chiedere il voto a queste persone, in occasione delle tornate elettorali. "Quando c'era da votare - ha sottolineato Gratteri - quelle persone avrebbero votato il candidato della camorra". Ed effettivamente le successive indagini, finalizzate il 10 e 31 ottobre 2023 con decine di arresti, hanno consentito di cristallizzare una vera e propria "interazione tra dipendenti del comune di Caivano e la criminalità organizzata locale, finalizzata a pilotare gli appalti verso certe ditte a cui poi veniva chiesta una tangente". Infiltrazioni, documentate, poste poi alla base del decreto di scioglimento dell'amministrazione comunale.