(dell'inviato Massimo Nesticò)
(ANSA) - MIRABELLA ECLANO, 03 OTT - C'è il Medio Oriente in
fiamme, il sentiment anti-israeliano si diffonde accrescendo le
radicalizzazioni tra i giovani, l'anniversario del 7 ottobre è
vicino ed il rischio di una ripresa del terrorismo jihadista
valutato come probabile. Il G7 Interni a Mirabella Eclano
avviene quindi in "un momento molto difficile" ed i ministri dei
Grandi sono consapevoli della necessità di fare fronte comune
contro la minaccia.
Al tema dei riflessi della guerre in Ucraina e della
situazione mediorientale sulla sicurezza dell'Occidente è stata
dedicata la prima sessione dei lavori della due giorni irpina.
"I due conflitti - ha spiegato il titolare del Viminale Matteo
Piantedosi - stanno contribuendo a generare una polarizzazione
nelle nostre società incrementando il rischio che alcuni
soggetti aderiscano a delle ideologie violente arrivando a
commettere atti terroristici nei nostri territori. Non possiamo
farci trovare impreparati e dobbiamo affinare le capacità di
prevenire".
Condivide l'allarme il vicepresidente della Commissione
europea, Margaritis Schinas, presente anche lui al tavolo del
vertice, insieme al direttore dell'Interpol, Jurgen Stock. "Ci
sono - ha rilevato - due tipi di minacce cui siamo
particolarmente esposti: il terrorismo jihadista e le
interferenze di Paesi esteri. Ciò si lega direttamente alla
guerra in Ucraina e agli eventi in Medio Oriente. Noi siamo in
elevata allerta, questo non è 'business as usual', non è un
periodo ordinario. Stiamo così mettendo a fattor comune le
informazioni in tempo reale, ancora di più in vista di lunedì,
anniversario del 7 ottobre: ci dobbiamo concentrare. Serve poi
il cessate il fuoco a Gaza, il resto viene da sé". Ha quindi
ricordato che in Europa quest'anno sono stati gestiti al meglio
due eventi molto temuti dagli apparati di sicurezza: le
Olimpiadi di Parigi e gli Europei di calcio in Germania. "Ci
sono anche buone notizie", ha aggiunto.
I ministri dei 7 Grandi hanno convenuto sull'importanza di
mettere in campo una strategia comune per prevenire azioni
violente. Innescate dai processi di radicalizzazione che
coinvolgono tantissimi giovani per il quali l'opposizione ad
Israele rappresenta una chiamata alle armi che può anche
trasformarsi in minacce concrete. E' già avvenuto in passato. La
propaganda on line è diventata martellante e può essere molto
persuasiva su soggetti fragili e non integrati. E' stato quindi
deciso di rafforzare lo scambio di informazioni per intercettare
il prima possibile eventuali minacce.
Naturalmente arrivare ad un cessate il fuoco a Gaza è decisivo
per raffreddare le tensioni. E' per questo che l'impegno dei 7 è
anche rivolto ad esplorare ogni strada per arrivare una
soluzione diplomatica, come ribadito ieri dai capi di Stato
nella riunione d'urgenza del summit convocata dalla premier
Giorgia Meloni
L'altra minaccia che i Paesi 'like-minded' si trovano ad
affrontare è quella della disinformazione e le interferenze
straniere. "E' un gioco - ha osservato Schinas - che va avanti
da tempo. Gli Stati che attaccano la Ue non si fermeranno ma noi
ci difenderemo, stiamo migliorando ed abbiamo la capacità anche
di contrattaccare". (ANSA).
G7 in allerta, conflitti aumentano il rischio terrorismo
Piantedosi, 'dobbiamo farci trovare preparati'. Occhi al 7/10