Una chiesa medievale è stata scoperta a Napoli "grazie" a un maldestro scavo sotterraneo effettuato da un imprenditore improvvisatosi tombarolo: il raro luogo di culto risalente al XI secolo, di cui non si aveva alcuna contezza, è venuto alla luce a ben 8 metri di profondità.
A operare, in segretezza, per mesi e mesi, è stato l'imprenditore napoletano che si è introdotto nelle viscere della città partendo da alcuni suoi terranei. E proprio il materiale di risulta degli scavi, che con una certa regolarità usciva da quell'anfratto, ha portato i carabinieri del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Napoli sulla pista giusta, poi confermata dagli appostamenti. Il ritrovamento viene ritenuto particolarmente importante dal punto di vista storico culturale in quanto in tutta Italia sono rarissime le testimonianze di quel periodo storico.
Gli specialisti dell'arma guidati dal pool "Beni Culturali" della Procura di Napoli hanno sequestrato all'imprenditore circa 10.000 frammenti ceramici di natura archeologica di epoca romana e medievale probabilmente provenienti dal settore suburbano dell'antica città di Neapolis, riconducibili anche ad altre aree non esplorate nel corso delle attività investigative. Sono stati inoltre sequestrati 453 reperti archeologici integri di epoca romana, tra cui crateri a figure rosse, anfore, lucerne e pipe in terracotta, monete di epoca romana e medievale.
Tra le vestigia della chiesa è visibile, in particolare, un'abside semicircolare affrescata, in discreto stato di conservazione, sulla quale è parzialmente identificabile l'iconografia del Cristo in trono con al di sotto decorazioni a velarium e una iscrizione dedicatoria in parte già decifrata. Dell'antico luogo di culto è emersa anche parte della pavimentazione realizzata in lastre di marmo bianco di spoglio. L'eccezionalità della scoperta restituisce al patrimonio pubblico i resti di un raro esempio di arte medievale di XI secolo, la cui decorazione riscontra delle similitudini con il vicino Sacello di Sant'Aspreno e si aggiunge alle non numerose testimonianze pittoriche del periodo medievale sul territorio nazionale.
Le indagini dei carabinieri e del pool "Beni Culturali" del procuratore aggiunto Pierpaolo Filippelli adesso mirano a scoprire se l'imprenditore-tombarolo abbia fatto sparire i reperti che ha trovato una volta entrato nella chiesa, un'effrazione che, secondo quanto è stato finora accertato, ha arrecato anche ingenti danni alla chiesa e, soprattutto, al patrimonio storico-culturale della città e dell'intero Paese.
L'attività del nucleo TPC si sono avvalse ovviamente anche delle competenze e del contributo tecnico e operativo della Soprintendenza Archeologica alle Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Napoli: sono stati ispezionati numerosi locali di proprietà dell'imprenditore, nel centro storico di Napoli, e sequestrati altri cunicoli sotterranei oggetto di scavi clandestini, pertinenti alle fondamenta di un palazzo settecentesco vincolato quale bene culturale di particolare interesse storico-artistico.
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