Ucciso in pieno giorno nel centro di Napoli davanti agli occhi del figlio di 11 anni che difficilmente potrà dimenticare nella sua vita un'esperienza così drammatica. Per l'omicidio di Luigi Procopio, 45 anni, ammazzato lo scorso 30 settembre, nella zona della Duchesca, affollata di persone, ora c'è un indagato. E' stato infatti fermato a Milano dalla Polizia Antonio Amoroso, 37 anni, parente acquisito di Procopio, nipote della moglie della vittima. Il movente un debito di appena 5mila euro, sulla cui natura sono ancora in corso accertamenti.
Gli uomini della Squadra Mobile di Napoli, con l'ausilio del personale della Squadra Mobile di Milano ed il supporto tecnico del Servizio Centrale Operativo, hanno arrestato Amoroso che è stato rintracciato nel capoluogo lombardo all'interno di un appartamento. E' destinatario di un decreto di fermo di indiziato di delitto, emesso nei giorni scorsi dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli che coordina le indagini.
Il 30 settembre il culmine di dissidi personali, acuiti dal mancato pagamento del debito. Il presunto assassino ha sparato uccidendo Procopio che aveva piccoli precedenti di polizia.
Amoroso, era già stato arrestato il 6 aprile 2022 dai carabinieri, su mandato della procura di Napoli Nord, per il tentato omicidio con arma da fuoco, avvenuto il 25 marzo 2022, ai danni della sua ex convivente, incastrato peraltro dalle immagini dei sistemi di videosorveglianza. L'uomo, secondo l'accusa, si era recato sotto l'abitazione della compagna a bordo di uno scooter trasportato da un complice ed aveva esploso un colpo all'indirizzo della donna colpendo però un'imposta.
Il fratello di Antonio Amoroso, venne ucciso nel 2017 in un agguato di stampo camorristico nel corso del quale vennero esplosi oltre una decina di colpi di arma da fuoco: si chiamava Eduardo Amoroso, aveva 52 anni, e venne assassinato insieme con Salvatore Dragonetti, 44 anni, entrambi ritenuti affiliati al Clan Mazzarella e legati alla famiglia Giuliano. Il duplice omicidio si verificò in vico Pergola, nel quartiere Vicaria, a Napoli.
Il fermo del presunto killer di Luigi Procopio, secondo il procuratore della Repubblica, Nicola Gratteri, "è l'ennesima risposta a chi tende a paragonare Napoli a un Paese sudamericano, in modo dispregiativo". "Io dico: intanto fatevi un giro in alcuni Paesi e città del Sudamerica e poi tornate a Napoli e rifatevi la stessa domanda. Ci sono sì fatti criminosi, anche in pieno giorno. Però c'è anche la risposta. Ci sono i risultati. Noi penso che siamo sul pezzo. Si può sempre fare di più, si può migliorare se abbiamo più tecnologie, se abbiamo più strumenti tecnologici e possiamo ancora migliorare. Però - ha tenuto a sottolineare Gratteri a margine di un incontro con gli studenti a Casola - c'è il fattore umano, ci sono investigatori di primo piano nel distretto di Napoli, c'è gente in Polizia, tra i Carabinieri e la Guardia di Finanza di altissimo livello. Io sono un filo ottimista per il futuro".
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