Campania

Domani alla Fondazione Banco di Napoli 'Apologia di Socrate'

VeliaTeatro presenta opera Platone. Regia di Christian Poggioni

Redazione Ansa

(ANSA) - NAPOLI, 13 OTT - VeliaTeatro presenta domani, 14 ottobre (ore 19), nella Fondazione Banco di Napoli, 'Apologia di Socrate' di Platone; regia di e con Christian Poggioni (musiche originali eseguite dal vivo da Adriano Sangineto, costume Stefania Parisini O'Brien / Luci e Fonica Liberato Merola).
    L'evento cui si riferisce l'Apologia, evidenzia una nota dei promotori, "è l'autodifesa che Socrate pronunciò davanti ai giudici di Atene nel 399 avanati Cristo. Platone ne fu testimone oculare. Socrate, vittima di una congiura politica, è accusato di empietà e di corrompere i giovani. Per questo è condannato a morte, ma al termine del processo porge ai propri accusatori un ultimo, fondamentale messaggio: 'Se credete, col condannare a morte uomini, di impedire a qualcuno di rimproverarvi perché non vivete in modo retto, voi non pensate bene; a un uomo giusto, infatti, non può capitare nessun male, né in vita né in morte' ".
    L'apologia di Socrate è il dialogo politico per eccellenza, che vede di fronte un uomo e la sua comunità nel drammatico confronto sul senso di vivere personale e politico. La riduzione drammaturgica di Christian Poggioni, si aggiunge, "rispetta l'originalità del testo platonico e la messa in scena mira ad una comunicazione immediata e coinvolgente, affinché risuonino vivi e attuali il pensiero e la vita di Socrate così come la testimonianza diretta di Platone ce li tramanda". La rappresentazione ruota attorno al dialogo tra Socrate, i suoi accusatori e i 500 giudici della polis che, nello spettacolo, prendono simbolicamente vita grazie alla presenza del pubblico stesso. L'Apologia, i cui toni drammatici "sono costantemente stemperati dall'inesauribile ironia del filosofo ateniese", ripropone al pubblico contemporaneo lo stile della dialettica socratica, strumento indispensabile per la ricerca della conoscenza e la definizione dei valori. Conclude la nota: "Il rapporto tra Socrate, i suoi accusatori e i giudici ateniesi, crea un contrasto drammatico col pubblico, direttamente chiamato in causa dalle domande e dalle provocazioni del maestro, le cui parole risuonano attuali qui e oggi non meno che nell'aria corrotta dell'Atene di allora. La nostra Atene ha oggi un suo Socrate da ascoltare?" (ANSA).
   

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