(ANSA) - NAPOLI, 22 OTT - La vicenda accaduta al difensore
del Napoli Juan Jesus, che si è ritrovato nella sua auto ben
cinque sistemi di tracciamento installati dai ladri per tenerlo
sotto controllo, è emblematica: ormai i cosiddetti tracker sono
largamente diffusi e non solo per usi legali. Lo sa bene l'arma
dei carabinieri che si sta concentrando su questi minuscoli
dispositivi nati per ritrovare borse, mazzi di chiavi e
portafogli persi, grazie a una specifica sezione, la "Cyber
Investigation" composta da esperti dell'hi-tech.
A Napoli questo gruppo - che fa parte del Nucleo
Investigativo di Napoli - è guidato dal tenente colonnello
Giuseppe Taraschi e dal suo vice, il maresciallo Antonio
Silvestre.
"La prima cosa che mi sento di dire è che bisogna fare molta
attenzione agli alert", dice il maresciallo e ingegnere
informatico Antonio Silvestre. "Le case che producono questi
dispositivi - fa sapere Silvestre - acquistabili con pochi euro
sul web, hanno preso atto dell'uso illegale che se ne sta
facendo e stanno realizzando delle applicazione grazie alle
quali è possibile rilevarne la presenza. E, ovviamente, se ci si
trova da soli, in auto come a casa, per esempio, la segnalazione
deve far insospettire".
"A questo punto - continua il carabiniere - il mio consiglio è
di recarsi in una stazione dei carabinieri e segnalare la
circostanza, perché sicuramente qualche male intenzionato ha
messo di nascosto il tracker in qualche accessorio per
monitorare i nostri spostamenti".
L'ingegnere informatico dell'arma spiega anche come
funzionano questi dispositivi, sempre più piccoli e ormai
neppure tanto complicati: "Utilizzano la tecnologia Bluetooth
grazie alla quale si mettono in contatto con qualsiasi altro
dispositivo circostante, dal computer al cellulare, per
utilizzare il gps e localizzare il soggetto preso di mira.
Ovviamente, se ci si trova in mezzo a una folla, in
metropolitana, in un affollatissimo supermercato, l'alert che
viene lanciato dall'app potrebbe non essere significativo. Ma,
ripeto, se ci trova da soli, lontano da altre persone, e arriva
la segnalazione, è quasi certo che qualcuno ci sta monitorando".
La sezione "Cyber Investigation" dell'arma ovviamente non si
occupa solo dei tracker Bluetooth, anzi. Il compito assegnato
loro copre un ampio ventaglio di attività investigative
altamente tecnologiche che vanno dalle indagini informatiche,
quelle che riguardano le attività degli hacker, per esempio, al
monitoraggio dei social che, com'è noto sono largamente
adoperati e consentono di individuare con una notevole rapidità
i reati e chi li commette. (ANSA).
Carabinieri, "tracker si scoprono grazie agli alert di un'app"
(v. "Pedina ex seguendo traccia del gps,..." delle 8.40)