Campania

Cantone, riforma separazione carriere punitiva per magistratura

"Non ha niente a che fare con l'efficienza della giustizia"

Redazione Ansa

(ANSA) - CASERTA, 26 OTT - "Una riforma punitiva per la magistratura". Così Raffaele Cantone, procuratore della Repubblica di Perugia, ha parlato della riforma sulla separazione delle carriere in un dibattito organizzato a Santa Maria Capua Vetere (Caserta) presso il Dipartimento di Giurisprudenza della Facoltà "Luigi Vanvitelli".
    "Questo è uno dei primi incontri che viene fatto a livello nazionale su questo tema - ha detto Cantone - perché malgrado sia un tema così importante e che a mio modo di vedere stravolge l'intera carta costituzionale, non mi pare se ne stia parlando più di tanto, e non mi pare che ci sia grandissima intenzione di farlo. L'accelerazione, purtroppo, è un po' la prova che le ragioni che sono dietro questa riforma non sono quelle che vengono indicate".
    "Ho sentito in questo periodo - prosegue Cantone - dopo le vicende che hanno riguardato il mancato trattenimento degli stranieri nei centri di accoglienza, che bisogna accelerare sulla separazione delle carriere. La domanda viene spontanea: ma cosa c'entra la separazione delle carriere in un caso in cui tutti i provvedimenti sono stati adottati dal giudice? Non ha nessuna incidenza. Questa è una riforma che rischia di mettere in discussione alcune regole fondamentali della nostra Costituzione. La verità è che la magistratura svolge una funzione di controllo e in generale dà fastidio a chi in quel momento ha il potere. Non ne faccio una questione di politica di destra o di sinistra. L'intento vero di questa riforma - ha concluso Cantone - non ha nulla a che vedere con l'efficienza della giustizia".
    All'evento hanno partecipato magistrati, accademici e avvocati. Antonio D'amato, Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Messina, ha tra l'altro sottolineato che con la separazione delle carriere "l'obiettivo che si prefigura il Governo è di risolvere anche i problemi dei tempi dell'amministrazione della giustizia. Con tutto il rispetto doveroso per chi esercita l'attività politica e ha responsabilità politiche, mi sembra di ritenere che si sarebbero dovuti risolvere prima i problemi relativi agli assetti organizzativi degli uffici giudiziari, in particolare mezzi, uomini, risorse, geografia giudiziaria, per un semplice motivo: perché l'indipendenza della magistratura presuppone in primo luogo la sua efficienza". (ANSA).
   

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