Campania

Carabinieri, il gen. Scandone lascia Napoli dopo tre anni

Andrà a Bologna. Dalla camorra ai ragazzini armati, un bilancio

Redazione Ansa

(ANSA) - NAPOLI, 29 OTT - Lotta alla camorra e alla criminalità comune, al traffico della droga, ma anche il contrasto alla violenza minorile e alle truffe agli anziani, reato - quest'ultimo - definito "tra i più odiosi". Dopo tre anni alla guida del comando provinciale dei Carabinieri di Napoli, il generale di brigata Enrico Scandone, torinese ma la sua famiglia è originaria della Campania, lascia il capoluogo partenopeo per assumere la guida del Comando della Legione Emilia Romagna. L'ufficiale - che ha coordinato il lavoro di 3.600 uomini dell'Arma impegnati nel napoletano - ha oggi salutato i giornalisti con i quali nell'ultimo triennio c'è stato un confronto quotidiano.
    Giunto a Napoli subito dopo la prima fase dell'emergenza Covid, Scandone ha tracciato un bilancio di tre anni di attività in una città, ha sottolineato deciso, che "non è meno sicura di altre grandi metropoli". Un'azione resa possibile, ha aggiunto, grazie al lavoro di squadra portato avanti con tutti i carabinieri presenti nei reparti dei presidi territoriali dell'Arma nel napoletano.
    Negli ultimi tre anni sono stati arrestati 55 latitanti ed eseguite centinaia di ordinanze di custodia cautelare. Un bilancio positivo nel quale si evidenzia l'istituzione della Compagnia dei Carabinieri a Caivano e dove è stato fatto un lavoro a tutto campo che ha portato all'azzeramento delle 24 piazze di spaccio della droga che si contavano al Parco Verde.
    Ed episodi come le violenze sulle due cuginette di Caivano, ha ammesso Scandone, da investigatore e da cittadino, "ti lasciano l'amaro in bocca". "Questa città mi ha dato tantissimo. Ed ho avuto la fortuna di essere al comando di una squadra di professionisti, che hanno fronteggiato le emergenze ma anche l'ordinarietà di questo territorio. Spesso si parla solo di emergenze ma c'è una quotidianità che esula da fatti criminali nella quale i carabinieri sono accanto ai cittadini", ha detto ancora Scandone, evidenziando che si è lavorato sempre fianco a fianco con la magistratura, la prefettura e le altre istituzioni del territorio.
    "Non possiamo nascondere che ci sono tanti problemi - ha proseguito - e si continuerà a lavorare non solo dal punto di vista di prevenzione e repressione ma soprattutto in termini sociali".
    Su uno dei fenomeni più allarmanti, e cioè la diffusione delle armi tra i giovani, il generale Scandone ha ricordato che due anni fa "è stata avviata una campagna nelle scuole, nei centri di aggregazione con lo slogan 'No alle armi, la prima vittima sei tu'. Oggi ci sono tanti giovani che hanno il falso mito che avere un coltello in tasca può darti forza. Invece non è vero: portare un'arma può creare - e spesso crea - problemi ad altri e a chi la porta". Ma un ruolo proattivo dovrà essere svolto soprattutto della famiglie perché, ha detto, anche "in questo caso è necessario fare squadra".
    Alla guida del Comando provinciale di Napoli dell'Arma da lunedì ci sarà il generale di brigata, Biagio Storniolo. (ANSA).
   

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