(di Angelo Cerulo)
(ANSA) - NAPOLI, 29 OTT - Un incontro-scontro di civiltà al
centro del quale, più che le grandi questioni di fede e
geopolitica, ci sono i riti familiari e un diverso sguardo sulla
città, lontano dai cliché 'crimine e malavita', talvolta evocati
come primordiali, endemici, atavici, e demoliti, non a caso,
attraverso due tra le più famose icone partenopee: la
gastronomia e la devozione religiosa. E' soprattutto questo
"Etnoragù" cortometraggio di Cristiano Esposito - finanziato da
Film Commission Campania - con Salvatore Misticone, Pietro
Tammaro, Stefania Ventura, Amedeo Colella e le musiche del
maestro Mario Fasciano; 'prima' a Napoli martedì 19 novembre
alle 18:15 al cinema 'La Perla' (presenta Giuseppe Borrone).
Ambientato tra Napoli e Procida è la storia di Assunta e
Giovanni, una coppia tradizionalista e devota, la cui routine
viene sconvolta dalla figlia, archeologa in Terra Santa,
convertita all'Islam e decisa a sposare un uomo più grande.
Simbolo delle certezze di una vita che si sgretolano, è il ragù
della domenica che in un istante perde 'la gallinella' e la
'tracchiulella di maiale' e con esse, il sapore delle
rassicuranti consuetudini sulle quali è fondato il rapporto dei
due anziani coniugi. Un passettino alla volta, incoraggiato
dalla moglie, Giovanni cambierà per amore della figlia, molte
delle sue abitudini fino al giorno del matrimonio, quando
orchestrerà una piccola rivincita che gioca, narrativamente, con
gli stereotipi in stile 'Gomorra'.
"Nominare un luogo significa delimitarne i confini,
stabilirne una geografia; con Napoli questa metodologia non
funziona. Il suo nome evoca una dimensione polisemica, una
pluralità di sensi che rimanda ad una cultura - dice il regista
- La vicenda mostra la sua duplice natura: un sentimento di
accoglienza unico al mondo e uno spiccatissimo senso
identitario. È anche il dramma di un uomo, che vede infrangersi
le piccole certezze che ne rendono ovattata e sicura
l'esistenza". Pur nell'essenzialità di un racconto filmico
breve, la narrazione si muove su molteplici piani: "Penso che
uno dei punti di forza che farà amare il film, sarà proprio il
mancato esito scontato, che costringerà il pubblico a chiedersi
perché ci si aspetti sempre un finale sanguinoso quando si parla
di Napoli" conclude l'autore. Cristiano Esposito (Ischia, 1971),
è laureato in Ermeneutica Leopardiana, al Corso di Studi in
Conservazione dei Beni Culturali nell'Università di Napoli "Suor
Orsola Benincasa" dove è stato per dieci anni, Cultore della
Materia in Ermeneutica Leopardiana presso le cattedre di
Scritture e Linguaggi, e Scritture e Poetiche. Sceneggiatore e
regista di teatro, cinema e televisione, premiato in diversi
festival internazionali del cinema indipendente è responsabile
di ideazione, produzione e regia di programmi e format
radiofonici e televisivi per diverse emittenti locali e
nazionali.
"Mi ha emozionato partecipare con le mie musiche al
cortometraggio perché esse nascono nel solco di un lungo lavoro
contrassegnato dalla mescolanza di etnie ed esperienze" dice il
maestro Mario Fasciano (Napoli, 1952), compositore, cantante,
batterista, polistrumentista, che ha condiviso percorsi
artistici e umani con star del rock come Ian Paice, Steve Morse,
Rick Wakeman - con il quale, nel 1997 ha suonato per la Regina
d'Inghilterra Elisabetta II, in uno storico concerto annunciato
dalla BBC - Irio De Paola, Rob Townsend, Don Airey, suonando con
gruppi iconici come i Deep Purple, o con autori altrettanto
iconici della musica italiana come Francesco Di Giacomo,
Patrizio Trampetti e del teatro come Enzo Moscato.
"Etnoragù" è prodotto da Coop.Ar.Tu.Ro grazie a Regione
Campania, Film Commission Regione Campania, POC Campania
2014-2020, Coldiretti Napoli, Teatro Serra, Procida Wi-Fi, Lega
Navale; fotografia Franco La Muro, scene Michele Lubrano
Lavadera. costumi Patrizia Barone, trucco Ilenia Lubrano di
Marzaiuolo. (ANSA).
'Etnoragù', incontro-scontro di civiltà fra gastronomia e fede
Il cortometraggio di Cristiano Esposito a Napoli il 19 novembre