(ANSA) - NAPOLI, 07 NOV - La sera in cui, a San Sebastiano al
Vesuvio, in provincia di Napoli, Santo Romano è stato ucciso, il
17enne che ha sparato il colpo fatale aveva già estratto la
pistola, qualche ora prima, in quella stessa piazza, puntandola
al mento di un ragazzo. E dopo l'omicidio, quando ancora non si
era diffusa la notizia e i carabinieri lo stavano già cercando,
ha chiesto alla madre 20 euro per andare in pizzeria.
Il primo episodio, che il ragazzino smentisce, sarebbe
avvenuto intorno alle 23, nella stessa piazza dove il 17enne ha
sparato e ucciso. L'incontro con la madre invece poco prima
dell'una del 2 novembre in corso Sirena, nel quartiere Barra di
Napoli, dove nel primo pomeriggio (15,30) verrà rintracciato dai
carabinieri in un'abitazione dove c'era anche un altro
ragazzino.
La lite sfociata in omicidio ha preso il via proprio per un
paio di costose scarpe di marca, da 500 euro, sporcate
inavvertitamente da un amico di Santo Romano. Agli inquirenti il
17enne ha riferito di essersi recato a Napoli, nella cosiddetta
zona dei baretti, dove si è liberato della pistola e della sim
del telefono, buttandola in un tombino. Un altro testimone
riferisce anche di avere visto Santo compiere il tipico gesto
del lancio di un oggetto prima di sentire il rumore dei colpi di
pistola.
Per il giudice del tribunale dei minorenni Anita Polito, che
ha disposto la detenzione del giovane in una struttura
carceraria, a dispetto della patologia psichiatrica di cui è
affetto, il 17enne, con il suo comportamento, ha dimostrato "una
lucidità e una scaltrezza che mal si concilia con l' asserita
sua incapacità di intendere e volere". Nell' ordinanza il
giudice sottolinea anche la contiguità del minorenne con
"ambienti criminali capaci di fornire l'arma". (ANSA).
Ragazzo ucciso da 17enne, dopo l'omicidio 20 euro per la pizza
Dall'ignara mamma: prima dell'omicidio arma contro altro giovane