Campania

Sicurezza a Napoli: gen. Storniolo, daremo risposte alla città

Il nuovo comandante provinciale Arma: "Battesimo significativo"

Redazione Ansa

(ANSA) - NAPOLI, 13 NOV - E' una città che ha bisogno di risposte, Napoli, e "il mio approccio è operare con impegno, grazie alla collaborazione dei miei ufficiali, in piena sinergia con le altre forze di polizia, il prefetto e ovviamente sotto il coordinamento di tutta la magistratura". Il nuovo comandante provinciale dei carabinieri di Napoli, il generale Biagio Storniolo, ha incontrato oggi i giornalisti nella caserma Pastrengo di Napoli, insieme con i suoi ufficiali, tra cui il colonnello Andrea Leo, comandante del reparto operativo.
    "Dopo solo sei giorni - ha detto - non ho la pretesa di conoscere il territorio né le sue dinamiche criminali. Ma di certo l'impegno dell'Arma dei carabinieri sarà massimo. Vi assicuro che faremo il nostro meglio per cercare di dare risposte pronte, piene alle esigenze di sicurezza della città".
    A chi gli ha chiesto un commento sul cosiddetto "modello Caivano", il comandante provinciale ha assicurato che si tratta di "un modello che funziona e che proseguirà il suo commino".
    Storniolo ha quindi espresso il suo "orgoglio" per essere approdato a Napoli dopo diversi incarchi in tutt'Italia: "è la mia prima esperienza qui, - ha spiegato - è trascorsa solo una settimana e il mio è stato un battesimo significativo. La città è bellissima, con le sue complessità che vanno affrontate".

Generale La Gala ai giovani, "divisa è vostra amica, fidatevi" 

 Fidatevi della divisa, che sia quella di un carabiniere, di un poliziotto o di un finanziere, perché è vostra amica: è questo, in sintesi, l'appello che il generale di divisione Canio Giuseppe La Gala, comandante della Legione dei Carabinieri della Campania, ha rivolto agli studenti in occasione della "Marcia della legalità", organizzata a Ercolano, in provincia di Napoli, per ricordare le vittime innocenti delle mafie e commemorare Salvatore Barbaro, ucciso per errore il 13 novembre 2009, mentre si trovava alla guida di un'auto simile a quella del reale obiettivo dei sicari che spararono ben undici volte nei suoi confronti. Il generale La Gala ha spiegato ai giovani anche l'importanza di denunciare, come hanno fatto i loro genitori e i commercianti di Ercolano, con il cosiddetto "Modello Ercolano" grazie al quale si sono liberati "dal giogo della criminalità e delle estorsioni". "Denunciare, - ha detto ancora La Gala - è una parola che può far paura ma non è qualcosa di particolarmente difficile: significa affidarsi ad altre persone che hanno il compito di proteggere la collettività". Ma per La Gala "è importante comprendere che non si può assolutamente affidare tutto alle forze di polizia, ci vuole collaborazione, ci vuole quel coraggio, quel sentimento di affidamento da parte di chi ha visto, di chi sta subendo, di chi è testimone, per riferire a chi ha il compito di aiutare, come carabinieri, poliziotti, finanzieri e polizia locale, che hanno una missione. Lo dico sempre ai miei carabinieri 'noi abbiamo una delle missioni più belle: aiutare chi è in difficoltà, come fanno i sacerdoti, gli insegnanti e i medici'". "Quando vedete un carabiniere, un poliziotto o un finanziere, che vi ferma per controllarvi, - ha detto l'alto ufficiale rivolgendosi ai ragazzi presenti in Municipio - non vi sta facendo del male, ma vi sta soltanto facendo capire anche se siete in condizioni di poter guidare la moto sulla quale state viaggiando". Poi un aneddoto: "Quando ero a Ostia, sul litorale laziale, dove avvenivano le stragi del sabato sera - ha raccontato il generale - volevo essere per strada, da colonnello, insieme ai miei carabinieri. Ero presente pure quando fermarono due ragazzi su un motorino, entrambi ubriachi. Chiamammo i genitori e fummo offesi e derisi dalla mamma di uno dei due. Poi però quando la signora giunse sul posto si rese conto che suo figlio non era neppure in grado di stare in piedi. 'Filippo alzati', disse. Lui si alzò, ma solo per un attimo, prima di ricadere al suolo, incapace di stare in piedi. E' stato allora che la donna ha capito... si è avvicinata al militare e l'ha abbracciato con le lacrime agli occhi. Aveva capito che l'uniforme era sua amica, che le aveva consentito di riavere un figlio che probabilmente non sarebbe tornato a casa o che, forse, avrebbe ucciso qualcuno". "Maturità significa dire 'io guido la macchina e non bevo', quello significa farvi del bene", ha concluso La Gala.
    (ANSA).
   

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