Campania

Dal terremoto al G8, torna a Napoli 'Il Sabato della fotografia'

Fino al 5 gennaio città raccontata dalle foto di Gianni Fiorito

Redazione Ansa

(ANSA) - NAPOLI, 15 NOV - Riparte domani a Napoli, nella sala Assoli, in vico Lungo Teatro Nuovo, "Il sabato della fotografia", il format annuale sul linguaggio fotografico giunto alla nona edizione e curato da Pino Miraglia.
    Il programma di quest'anno, prodotto da Casa del Contemporaneo, contempla mostre, documentari e supporti audiovisivi, con la partecipazione di grandi autori della fotografia nazionale e internazionale distribuiti su focus tematici che spaziano dalla fotografia contemporanea, al fotogiornalismo, dall'attualità all'indagine sul territorio.
    Tra gli altri autori di questa edizione Olivo Barbieri, Uliano Lucas, Stefano Giaccone, Paola Agosti, Luciano Ferrara, Gianni Fiorito, Patrizio Esposito, Francesco Cito, Francesco Zizola, Alessio Romenzi, Francesca Mannocchi, Nina Rosenblum, Marie Hald, Stephanie Gengotti, Valentina Quintano e Sophie-Anne Herin. Si avvicenderanno tutti tra Sala Assoli, Accademia di Belle Arti e la facoltà di Scienze Sociali della Federico II di Napoli.
    Lo spazio espositivo di Sala Assoli dal 16 novembre al 5 gennaio accoglierà la mostra "Gianni Fiorito fotoreporter - Napoli: dal terremoto al G8". L'appuntamento domani con gli scatti del fotografo di scena di Paolo Sorrentino è per le ore 11 e prevede l'incontro con l'autore. Con lui Pino Miraglia e il critico cinematografico Francesco Della Calce. A seguire la proiezione del film "Blues metropolitano" di Salvatore Piscicelli (1985).
    Nella mostra Gianni Fiorito racconta con le sue foto la cronaca e i fatti che hanno contribuito al cambiamento della società partenopea, dal terremoto in Irpinia fino al G8 degli anni 2000.
    Le foto di Fiorito attraversano l'attualità della città. Dal post terremoto alla speculazione sulla città della camorra fino alle sue faide terribili passando per la Napoli di Valenzi e quella di Bassolino.
    E ancora la città che non lascia la sua predisposizione nell'affidarsi ai miti tra sacro e profano, che siano San Gennaro o Maradona; e ancora le proteste dei lavoratori dell'Italsider, l'era di Mani Pulite; e il dissenso giovanile sulle politiche mondiali. (ANSA).
   

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