Campania

Esplosione a Ercolano, immobile-fabbrica intestato a una 13enne

Padre denunciato: disastro e omicidio colposo plurimo aggravato

Redazione Ansa

(ANSA) - NAPOLI, 19 NOV - E' intestato a una tredicenne l'immobile andato in frantumi ieri dove era stata allestita una fabbrica di fuochi di artificio illegale: il reale proprietario è il padre della bambina, un napoletano di 38 anni, che è stato denunciato. Una tragedia costata la vita un giovane albanese di 18 anni, Samuel, già padre nonostante la giovane età, e a due gemelle di 26 anni, Sara e Aurora.
    L'uomo è stato denunciato per omicidio colposo plurimo aggravato, disastro colposo e per detenzione illecita materiale esplodente. E non si esclude che, in occasione del conferimento dell'incarico per le autopsie possa essere iscritto nel registro degli indagati per gli stessi reati.
    Secondo quanto si è appreso nella fabbrica abusiva si stavano producendo i cosiddetti "Kobra", veri e propri candelotti particolarmente potenti. Di quella tipologia, ben 154mila ne sono stati individuati dai carabinieri nel Casertano, precisamente a Francolise. In sostanza, la macchina dei fuochi d'artificio illegali si è già messa attività in vista degli affari che si fanno per le feste di fine anno.
    Il fascicolo d'indagine, intanto, è stato affidato alla sezione "lavoro e colpe professionali" della Procura di Napoli (pm Stella Castaldo, procuratore aggiunto Simona Di Monte).

La mamma delle gemelle, dolore immenso 

"Mi avete spezzato il cuore voi due principesse, il mio dolore è immenso è indescrivibile". Lucia Occhibelli, la mamma di Sara e Aurora esposito, le due gemelle di 26 anni morte nell'esplosione di Ercolano, pubblica sul suo profilo facebook un breve video e qualche immagine delle figlie, accompagnati da questa frase. Un post al quale alcune decine di utenti rispondono con messaggi di solidarietà, di vicinanza e cordoglio. 

Il sindaco di Marigliano, 'vittime sacrificali di un non-lavoro' 

"Sono affranto. La notizia della morte delle gemelle Sara ed Aurora Esposito, rimaste vittima dell'esplosione di Ercolano insieme con Samuele Tafciu è stata una doccia fredda per tutta la comunità. La morte non può essere il prezzo che deve pagare chi, pur di sbarcare il lunario, accetta un lavoro che lavoro non è": così Peppe Jossa, sindaco di Marigliano, la città in cui risiedevano le due giovani coinvolte nell'esplosione di una fabbrica di fuochi d'artificio abusiva, "vittime sacrificali" come le definisce il primo cittadino. "Se gli inquirenti confermeranno quanto emerso in queste ore, i tre ragazzi non potranno nemmeno essere iscritti nella altrettanto triste lista delle morti bianche, ma in quella dei tanti fantasmi del lavoro senza regole, senza sicurezza e senza futuro", prosegue il primo cittadino. "A nome della comunità mi stringo intorno alla famiglia di Sara ed Aurora alle quali non faremo mancare calore e sostegno", conclude Jossa.
    . (ANSA).
   

Leggi l'articolo completo su ANSA.it